Il raggiungimento dell’obiettivo “emissioni zero” nel segmento off-road sta stimolando i protagonisti del settore verso la ricerca di nuove soluzioni. Obiettivo perseguito anche avviando reciproche collaborazioni. Tra i marchi più attivi in tal senso Fpt Industrial che accelera il cambiamento aderendo al programma “H2Accelerate”.
Viviamo in un momento storico di grandi cambiamenti. E’ una delle frasi ultimamente più gettonate, quasi che fino a ieri la Società si fosse evoluta poco o nulla. In realtà la storia dell’uomo è ricca di momenti che han dato luogo a grandi cambiamenti. Quindi ciò che cambia fra ieri e oggi non sono le evoluzioni in sé, quanto i tempi con cui si realizzano.
Basti pensare che ci sono voluti più di 130 anni per passare dai motori a vapore ai diesel. Sono bastati invece 25 anni per passare dal primo volo orbitale di Jurij Gagarin alla prima stazione spaziale, la russa “Mir”, antesignana dell’attuale stazione “iss”. L’elenco delle svolte epocali avviate dall’uomo è quanto mai lungo. Forse, più che incentrare l’attenzione sui cambiamenti si dovrebbe guardare alle dinamiche che li hanno determinati e li determinano ancora oggi. Fattori che sono a tratti di origine tecnologica e in altre occasioni di tipo sociale.
E’ rivoluzione nelle propulsioni
Rientra in tale contesto il cambiamento in atto nel settore dei sistemi di propulsione. Cambiamento indotto da decisioni politiche prese senza sapere a priori se l’industria potrà sostenerne i costi in termini di produzione e soprattutto di ricerca.
A conferma il fatto che tutti i protagonisti del settore stanno portando avanti i più diversi progetti di ricerca. Il tutto senza sapere se daranno origine a ritorni. Si studiano l’ibrido, il full electric, l’idrogeno e i carburanti alternativi fino ad arrivare a soluzioni “esotiche” che esplorano nuovi orizzonti della fisica. Un dispendio di energie cui il mondo industriale sta cercando di far fronte. Soprattutto dando luogo a collaborazioni e partnership in grado di sostenere, velocizzare e promuovere l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Collaborazioni strategiche
Da questo punto di vista uno degli attori più attivi sul panorama mondiale è Fpt Industrial. Oltre a portare avanti lo sviluppo delle stesse nuove tecnologie, anticipando spesso i tempi nel concretizzarne l’utilizzo su progetti industriali e prototipi, ha recentemente avviato anche collaborazioni dirette o indirette con altri protagonisti del settore.
Fra le più rilevanti quella con Nikola e Iveco per mettere a punto di una nuova generazione di truck a idrogeno. Veicoli in grado di assecondare le necessità operative del settore dei trasporti su gomma. L’iniziativa si ricollega alle esperienze che il gruppo Cnh Industrial maturò già a partire dal 2009. Anno in cui fu presentato il primo trattore New Holland mosso da idrogeno, il prototipo “Nh2” poi rilanciato nel 2011.
La collaborazione sta dando ottimi ritorni. A tale propostito nei mesi scorsi ha portato Fpt Industrial e Iveco a definire la propria partecipazione a un programma di ampio respiro denominato “H2Accelerate”. Vi partecipano realtà industriali del calibro di Daimler Truck, Omv, Shell e Volvo Group. Si propone di creare le condizioni per un passaggio dell’idrogeno al mercato di massa nei segmenti industriale e del trasporto pesante.
Questo al fine di azzerare le emissioni entro il 2050. Un obiettivo che rende necessaria la collaborazione di istituzioni e partner pubblici per creare le condizioni di tale cambiamento. Anche a livello infrastrutturale con la realizzazione di una rete di distribuzione dell’idrogeno così come di produzione del vettore a livello industriale. Ma anche l’introduzione di normative che favoriscano il passaggio del mercato all’idrogeno con agevolazioni e sgravi fiscali per chi decida di utilizzare le nuove tecnologie.
Non solo idrogeno
Se l’idrogeno è sicuramente il futuro, altri combustibili possono essere il presente. Li sta studiando, con particolare riferimento all’etere dimetilico quale alternativa al gasolio, un progetto svizzero capitanato dal centro ricerche Fpt Industrial di Arbon e sostenuto dall’Ente federale svizzero per l’energia.
L’etere dimetilico, “Dme”, è un carburante adatto per alimentare i motori ad accensione spontanea che può essere prodotto utilizzando diverse fonti rinnovabili. Le sue proprietà chimiche, con la corretta configurazione della componentistica del motore e la corretta calibrazione, consentono bassissime emissioni di ossidi di azoto e di particolato, garantendo allo stesso tempo un’elevata efficienza del motore. Al momento il suo utilizzo è ancora ostacolato da problematiche tecniche inerenti i sistemi di alimentazione, mentre non ci sono dubbi circa la sua facilità di gestione essendo ampiamente utilizzato a livello industriale da decenni quale propellente per bombolette spray, in quanto atossico, inodore e assorbibile nella troposfera.
Dal punto di vista dello stoccaggio e del rifornimento, non avanza poi problematiche molto diverse da quelle del Gpl risultando liquido a livelli di pressione molto moderati. Può quindi essere movimentato con gli stessi mezzi oggi usati per il Gpl fermo restando la necessità di adeguare tenute e guarnizioni ai diversi poteri solventi delle due sostanze.
I primi dati sperimentali, maturati su un “Cursor 11” che gira al banco, stanno fornendo dei risultati molto promettenti per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, oltre a bassissime emissioni di ossidi di azoto e di particolato. Con efficienza del motore simile a quella della versione tradizionale. Per Fpt Industrial il progetto contribuisce alle attività di innovazione del Centro Ricerca e Sviluppo di Arbon, una delle sette sedi di R&D globali del Marchio che, nel loro insieme, costituiscono un hub di eccellenza per quanto riguarda le tecnologie innovative, la stessa struttura che in passato permise la messa a punto della tecnologia Common Rail e del sistema di emissionamento “Hi-eScr”.