La serie “A” di Valtra si rinnova proponendosi quale gamma globale di media potenza in grado cioè di far fronte a qualsiasi esigenza di lavoro in qualsiasi parte del Mondo. Quindi anche in Italia. Sette i modelli, con l’attacco che parte da una potenza installata di 75 cavalli e il top di gamma che raggiunge i 130.
Dalla Finlandia al Brasile. I Valtra “A” celebrano la loro quarta generazione e tengono a battesimo le nuove filosofie progettuale e produttiva del Marchio scandinavo. Sono infatti la prima famiglia di macchine che sarà prodotta sia nello stabilimento finnico di Suolahti, sia in quello brasiliano di Mogi das Cruzes. Gli scandinavi del gruppo Agco hanno in Brasile il loro primo mercato e da sempre presidiamo tale area con macchine dedicate costruite in loco, diverse da quelle costruite invece in Finlandia. Ora Valtra vuole cambiare strategia consolidandosi quale realtà industriale globale e proprio i nuovi “A” rappresentano il primo passo verso tale politica che, nelle intenzioni, porterà il Marchio a conquistare nuovi mercati e a consolidare la sua presenza là dove già opera. Far sì che uno stesso trattore possa però lavorare in tutto il Mondo e in tutti gli ambiti agricoli e zootecnici con pari efficacia è impossibile alla luce del fatto che ogni attività e ogni Paese vogliono le proprie macchine, realtà che Valtra ha peraltro sempre fatto propria proponendo in Europa trattori altamente personalizzabili, al punto da essere definiti “à la carte”. Ora la Casa ha ulteriormente ampliato tale concetto progettando le nuove macchine sulla base di tre diversi telaio così da realizzare una famiglia di mezzi molto più ampia di quanto le sette tarature di potenza possano far intendere. Molto poco in comune con i precedenti modelli di pari classe quindi, a cominciare dai motori Agco Power a tre e quattro cilindri che muovono i nuovi “A”, rivisti nei blocchi per minimizzarne le dimensioni e nei sistemi di alimentazione ed emissionamento, questi ultimi basati tutti su impianti scr a eccezione della macchina di attacco da 75 cavalli, emissionata con un sistema egr. Anche in questo caso però le distribuzioni comandano quattro valvole per cilindro e l’alimentazione è assicurata da un impianto common rail controllato per via elettronica. Le unità possono poi abbinarsi o a una trasmissione interamente meccanica e sincronizzata, anche nell’inversore, o con il più confortevole gruppo “Power Shuttle HiTech”, gestibile mediante il sistema “HiShift” che permette di gestire a pulsante i cambi marcia e di attuare per via elettroidraulica le retro. Ne deriva un sistema che mette a disposizione 12 marce avanti e 12 retro, organizzate in due gruppi di velocità atte a ridurre al minimo i cambi marcia, complice la presenza dei sei rapporti che meglio si adattano agli utilizzi più comuni in campo, ovvero quelli che richiedono avanzamenti fra i quattro e i 12 chilometri orari. In via opzionale è disponibile anche una marcia super ridotta che consente velocità di soli 90 metri ora, permettendo a questi trattori di prestarsi ottimamente a utilizzi multi applicazione. In tale direzione guarda anche la possibilità di acquisire già di fabbrica qualsiasi modello con caricatore frontale installato la cui gestione viene facilitata dalla possibile presenza di tetti trasparenti sulle cabine. Queste ultime sono state riviste e ampliate rispetto a quanto previsto sui serie A” di terza generazione e ora garantiscono un maggior spazio interno e una ergonomia di lavoro superiore, plus supportato da comandi completamente elettronici preposti alla gestione delle funzioni primarie di bordo quali, per esempio, l’inserimento o il disinserimento della doppia trazione piuttosto che il blocco o lo sblocco dei differenziali o il controllo del sollevatore. L’ampiezza delle cabine ha inoltre permesso l’installazione di un vero secondo sedile e non manca la possibilità di gestire la macchina ruotando l’intero posto guida di 180 gradi qualora l’attività in corso lo richieda. Da segnalare la capacità dell’impianto idraulico. Con i suoi 98 litri di olio al minuto è uno dei più prestazionali della categoria e permette al sollevatore posteriore di movimentare carichi massimi dell’ordine dei 52 quintali.