Robuste, affidabili ed equilibrate nelle features costruttive, le mietitrebbia convenzionali Fendt facenti capo alla serie “C” sono disponibili in otto versioni, quattro operanti mediante cinque scuotipaglia e quattro mediante sei scuotipaglia
La vita di una mietitrebbia è fatta per lo più di lunghi mesi di letargo trascorsi nei capannoni o sotto le tettoie delle aziende agricole e dei contoterzisti. Si tratta in effetti di mezzi che lavorano per pochi mesi l’anno, soprattutto se inserite nei parchi macchine di aziende orientate alle monocolture. Quando lavorano vengono però messe sotto pressione, nel senso che operano anche a ciclo continuo passando da un appezzamento all’altro e, se necessario, anche da una coltura all’altra. In tali periodi i fermi macchina di manutenzione devono essere minimizzati al massimo in quanto ogni ora persa risulta economicamente rilevante e per lo stesso motivo non sono ammesse avarie da inizio estate in poi, da quando cioè iniziano le attività con la raccolta dei cereali autunno-vernini quali frumento, orzo, avena e segale, per poi passare in rapida successione a riso, soia, girasole e mais. Tutti impegni di raccolta che possono anche accavallarsi fra loro a seconda delle zone geografiche in cui operano le macchine e delle varietà seminate. Considerando che l’acquisizione di una mietitrebbia comporta investimenti importanti e fatta eccezione per il riso, che richiede sempre allestimenti molto particolari vista la peculiarità delle aree su cui è coltivato, accade che tutte le colture citate in precedenza debbano poter essere raccolte con una medesima macchina apportando minime modifiche agli assetti e alle componenti attive, con le testate che vanno adeguati alla tipologia della vegetazione su cui si deve operare e i crivelli alle dimensione delle cariossidi raccolte. A una mietitrebbia non viene quindi chiesto di essere solo performante e affidabile, ma anche di essere il più possibile flessibile nei suoi potenziali profili di missione. A quest’ultima connotazione rispondono generalmente al meglio le cosiddette mietitrebbia tradizionali, cioè quelle che operano la separazione secondaria tramite scuotipaglia, gruppi di lavoro variabili nel numero e nella conformazione da un costruttore all’altro, ma che vanno sempre scelti badando al rapporto fra le loro superfici e la lunghezza del battitore, rapporto che deve risultare idealmente compreso fra i tre punti e mezzo e i quattro punti e mezzo. A fianco di tale parametro si deve poi collocare un secondo rapporto, quello in essere fra la potenza motore e, ancora, le superfici degli scuotipaglia. Deve risultare superiore ai 50 cavalli per metro quadrato come accade nel caso delle mietitrebbia serie “C” di Fendt che rispondono perfettamente anche alla prima delle due esigenze citate sia che si propongano con cinque scuotipaglia sia con sei. Due famiglie quindi, con le prime che avanzano potenze motore di 306 cavalli e le secondo che mettono a disposizione 54 cavalli in più, toccando la soglia dei 360 cavalli di potenza massima. In entrambi i casi le prestazioni sono erogate da propulsori “Agco Power” a sei cilindri, da sette litri e 400 centimetri cubi per le macchine a cinque scuotipaglia e da otto litri e 400 centimetri cubi per le altre, e comuni sono anche le quattro versioni con cui la Casa rende disponibili i mezzi, uno dei quali è specificatamente concepito per la raccolta del riso. Tale cereale risulta in effetti molto aggressivo nei confronti dei metalli e proprio per questo motivo le “5275 Rice” e le “6335 Rice” dispongono di componenti rinforzati o realizzati con acciai alto-resistenziali all’usura. Le spranghe del battitore sono inoltre sostituite da speciali denti che trebbiano senza dar luogo a rovinii sui chicchi e in optional sono disponibili anche cingoli a catenaria che assicurano un miglior galleggiamento della macchina in risaia. Macchine dedicate quindi, esattamente come le versioni “Pl” e “Pli” che guardano alle attività condotte in zone collinari. Le prime sono dotate di sistema “Para Level” che compensa pendenze laterali fino a un massimo del venti per cento, mentre le seconde sono livellanti integrali che grazie alla presenza di un ulteriore sistema di compensazione longitudinale mantengono livellata la mietitrebbia anche su pendenze del dieci per cento in discesa e del trenta per cento in salita. La gamma delle mietitrebbia tradizionali Fendt permette in definitiva di adeguare perfettamente i mezzi di lavoro al tipo di superfici e di coltura che si devono via via affrontare, fermo restando che indipendentemente dalle scelte compiute l’operatore può sempre contare su una macchina robusta, eclettica e caratterizzata da rapporti ottimali fra potenze, organi di raccolta e sistemi di separazione. Ciò grazie a larghezze dei battitori che variano fra i 134 e i 160 centimetri a seconda della famiglia e a corrispondenti superfici degli scuotipaglia che superano i cinque metri e 70 centimetri nelle versioni a cinque elementi e i sei metri e 80 centimetri nelle versioni a sei elementi. Il rapporto fra larghezza del battitore e superficie degli scuotipaglia si fissa quindi su valori decisamente elevati, pari a quattro punti e 27 nei modelli “5C” e a quattro e 25 nei “6C” con il rapporto fra cavalli erogabili e superfici di separazione sempre stallato attorno ai 53 cavalli per metro quadro. Fra i plus delle fendt serie “C” da segnalare anche la presenza di crivelli ad alta capacità e l’estrema delicatezza con cui può essere trattata la paglia. I primi permettono di ottenere la massima pulizia della granella grazie a un flusso d’aria ottimizzato in tal senso e la presenza sul crivello superiore di divisori alti che garantiscono una distribuzione uniforme del raccolto anche in pendenza. Le paglie possono invece essere trinciate mediante un sistema a sei file con doppie lame seghettate che assicura tempi di decomposizione rapidi facilitando le eventuali e successive operazioni di semina diretta o può essere deposta integra in andane omogenee e regolari. Si realizza così la situazione migliore per poter poi provvedere alla raccolta del prodotto, meglio se usando le presse quadre Fendt serie “Squadra” o le rotoimballatrici serie “Rotana” disponibili sia a camera fissa sia a camera variabile.