Sono lontani i tempi di “Dieselross F9”, in tedesco “cavallo diesel”, nome del primo trattore lanciato nel 1930 da Fendt e capostipite di una serie di macchine che nel tempo ha portato il marchio a vivere da protagonista il comparto. Oggi Fendt lega in effetti la sua immagine prima soprattutto ai trattori, ma in realtà esordì nel settore della meccanizzazione agricola quale costruttore di attrezzature, per la precisione con una barra falciante motorizzata che lanciò nel 1928 guardando alle pratiche di fienagione e alla mietitura dei cereali.
Nessuna sorpresa quindi se in tempi recenti e dopo quasi un secolo, il Marchio tedesco ha voluto riconfermare le proprie origini inserendo a listino delle falciatrici, attrezzature facenti capo alla famiglia “Slicer”, a lame proposte e rese disponibili in versioni trainate e portate, con queste ultime che si suddividono a loro volta tra frontali, posteriori e combinate. Comune all’intera gamma i fronti operativi che spaziano da un minimo di due metri e 40, nei modelli più leggeri adatti quindi alle realtà più piccole, incluse quelle montane, fino a cantieri di lavoro a triplo elemento che possono arrivare a nove metri e 60 centimetri di larghezza, ideali quindi per le grandi aziende di pianura e per il contoterzismo.
Barre ad alta efficienza con le falciatrici Fendt “Slicer”
Un’offerta completa dunque che Fendt ha sviluppato partendo dalle barre falcianti “Streamline”, strutturate sulla base di una trasmissione a ingranaggi cilindrici e di dischi di grandi dimensioni che nel loro insieme assicurano alle falciatrici “Slicer” elevate i massimi standard operativi in ogni condizione di lavoro. Complici in ciò anche le elevate proprietà di scorrimento delle struttura sui piani di campagna che permettono alle “Slicer” di operare costantemente alla giusta altezza di sfalcio, fra i cinque e i sette centimetri, indipendentemente dalla conformazione del terreno. Una prerogativa quest’ultima che massimizza sia la quantità sia la qualità del foraggio raccolto, preservando al contempo il manto erboso a garanzia di una sua più rapida ripresa in ottica sfalci successivi. Così configurate, le attrezzature assicurano dunque una massimizzazione dei cicli colturali che concorre a renderli meno onerosi, dote cui guarda anche la presenza di organi di taglio delle barre azionati da ingranaggi cilindrici operanti sia a 850 sia a mille giri al minuto. La prima velocità di rotazione della presa di forza permette di utilizzare la modalità “Eco” nello sfalcio di foraggi in ricrescita e quindi dalla consistenza minore nelle attività che prevedono interventi frequenti durante la stagione, mentre la seconda si orienta maggiormente al trattamento di masse vegetali più consistenti, come avviene per esempio al primo sfalcio dell’anno, in particolar modo nel caso delle graminacee. Indipendentemente dalla modalità di lavoro, a garantire la costante qualità di taglio sono invece preposto dischi falcianti che ricevono il moto rotazionale da pignoni di trasmissione disposti in fila e caratterizzati da grandi dimensioni, soluzione che di fatto prevede un’applicazione della forza diretta sul primo disco falciante, i cui ingranaggi, rettificati e temprati, la trasmettono poi al disco successivo sfruttando una sovrapposizione dei denti pari a tre punti e mezzo di contatto.
Flusso di prodotto sempre fluido
Ne deriva una minor necessità di moduli falcianti per metro di larghezza di lavoro, a beneficio della fluidità del flusso di prodotto falciato e della riduzione degli assorbimenti energetici, così come l’assenza di punti di arresto sulla sospensione della lama consente a quest’ultima di ruotare su tutto il perimetro, in modo tale da poter essere utilizzata su entrambi i lati per allungare i tempi di usura. Una volta giunto il momento di sostituire le lame, l’intervento è comunque facilitato dalla presenza del sistema “Comfort-Change” che permette di rimuovere e reinstallare le lame con semplici e veloci passaggi mediante uno specifico attrezzo fornito di serie, mentre l’albero esagonale di trasmissione e le unità angolari vantano un sistema di autolubrificazione che elimina le necessità manutentive e quindi i tempi morti legati ai fermi macchina.
Falciatrici Fendt “Slicer”: protezione massima
Per quanto evoluta possa essere una falciatrice, lavorare in campo espone comunque ad alcuni rischi, come per esempio quelli derivanti da un sovraccarico o dall’urto con corpi estranei. Proprio per prevenire tali rischi, i tecnici Fendt hanno equipaggiato le falciatrici “Slicer” con soluzioni specifiche volte a garantire la longevità dell’attrezzatura e la piena sicurezza operativa. Guarda in effetti a tali obiettivi sia la ruota libera integrata nel cambio che consente di evitare danni alla macchina in caso di emergenza, sia il punto di rottura predeterminato dell’albero esagonale, accorgimento che consente di riprendere velocemente a lavorare dopo aver sostituito l’albero stesso in caso di danni. Allo stesso modo, la trasmissione angolare è protetta contro eventuali sovraccarichi dal sistema “DriveGuard” che stacca in quattro punti di rottura predeterminati interrompendo in tal modo la trasmissione del moto.
Contour sempre perfetti
All’adattamento dell’attrezzatura al terreno, nonché alla salvaguardia del manto erboso e alla minimizzazione dei rischi di contaminazione del foraggio, è preposto il sistema “TurboLift” che permette di impostare la pressione desiderata prima di iniziare il taglio, modulandola poi in qualsiasi momento durante il funzionamento. Ciò assicura alle “Slicer” la capacità di reagire con estrema flessibilità alle diverse condizioni di lavoro, ricalibrandosi autonomamente per garantire sempre la miglior efficienza operativa. Al termine dell’attività è poi sufficiente premere un pulsante e la valvola che regola il sistema va in blocco, facendo rilasciare completamente la pressione dell’unità di falciatura così da permettere un rimessaggio dell’attrezzatura agevole e sicuro.
Titolo: Falciatrici Fendt serie “Slicer”: ritorno alle origini
Autore: Redazione