Maggior produttività ed efficienza è quanto mira a offrire la rinnovata serie “6.4” di Deutz-Fahr. Tre modelli con potenze comprese tra i 156 e i 171 cavalli che ampliano l’offerta del Marchio nel segmento delle medie-alte potenze attraverso contenuti tecnico-funzionali capaci di rendere più proficue e veloci le quotidiane attività
L’innovazione tecnologica rappresenta vero progresso solo quando contribuisce a migliorare l’esperienza di controllo di un mezzo in modo semplice e immediato. È il principio che ha inspirato, per esempio, le attività di ricerca e sviluppo condotte nel nuovo Millennio dai brand automotive tedeschi di fascia alta, Audi, Bmw e Mercedes, improntate non a caso a trasporre sulle proprie vetture soluzioni innovative in grado di elevare gli standard prestazionali e di sicurezza, senza tuttavia complicare la vita all’utente. Una filosofia aziendale che nell’ambito della meccanizzazione agricola può essere ben rappresentata dal nuovo corso progettuale Deutz-Fahr, volto in effetti a coniugare l’ergonomia dei propri trattori con contenuti tecnico-funzionali capaci di rendere più proficue e veloci le quotidiane attività aziendali, in modo tale da privilegiare sempre e comunque la produttività oraria e il comfort operativo. Proprio le due doti attorno alle quali i tecnici del Marchio appartenente al gruppo Sdf hanno recentemente sviluppato la rinnovata serie “6.4”, tre modelli, rispetto ai due della precedente generazione, equipaggiati con motorizzazioni a quattro cilindri che ampliano l’offerta Deutz-Fahr nel segmento delle medie-alte potenze in un’ottica di agricoltura allargata. Le dimensioni più compatte dei motori rispetto a quanto proposto dalle unità a sei cilindri permettono in effetti di disporre di mezzi agili e manovrabili che ben si prestano per i traini su strada o le movimentazioni aziendali, ma i passi più lunghi di 124 millimetri rispetto alle versioni precedenti, si è nell’ordine dei due mila 543 millimetri, assicurano una maggior propensione agli utilizzi in campo aperto. Ciò anche in funzione dell’introduzione dell’inedito top di serie da 171 cavalli sempre equipaggiato con la stessa unità Deutz che muove anche gli altri modelli della famiglia “”6.4”, un turbodiesel serie “Tcd 4.1 L04 4V” la cui sigla finale si riferisce al numero delle valvole che permettono a ogni cilindro di respirare. Realizzate sulla base di canne da 101 millimetri di alesaggio per 126 di corsa, i motori propongono cubature nell’ordine dei quattro litri e 100 centimetri cubi e risultano alimentate attraverso il sistema “Dcr”, un common rail di progettazione originale Deutz che opera mediante due pompe annegate nel basamento in grado di realizzare pressioni di iniezione dell’ordine dei mille e 600 bar. Ogni pompa è peraltro in grado di muovere da sola la macchina, soluzione che garantisce in ogni caso il rientro in azienda, mentre a gestire il corretto funzionamento del propulsore provvede una centralina elettronica, la stessa che governa il sistema di emissionamento che permette l’omologazione in stage 4 attraverso la contemporanea presenza di egr esterni e refrigerati, di catalizzatori doc, di filtri antiparticolato dpf e di sistemi scr per il post trattamento degli ossidi azotati mediate iniezioni di urea. Così strutturate, le unità mettono a disposizione degli operatori potenze massime comprese tra i 156 cavalli del modello “6155.4” e i già citati 171 cavalli della versione top di serie “6175.4”, mentre risulta invece un’esclusiva della versione mediana “6165.4” la doppia mappatura che alza la potenza disponibile da 164 a 171 cavalli quando il trattore è impegnato in lavorazioni che prevedono l’utilizzo della presa di forza e durante i traini su strada. A enfatizzare ulteriormente la versatilità applicativa delle macchine concorre inoltre la possibilità di scegliere fra tre differenti trasmissioni. La prima si configura quale gruppo a cinque gamme e sei marce powershift che mette a disposizione 30 rapporti in avanzamento e 15 in retro, velocità elevabili a 54+27 attraverso un super riduttore opzionale. La seconda, denominata “RcShift e strutturata sulla base di cinque gamme robotizzate e sei marce powershift, consente invece di gestire in modo intuitivo e immediato gli avanzamenti e le retromarce mediante il semplice spostamento in avanti e indietro di un apposito joystick, senza quindi l’ausilio di frizione e pulsanti, fermo restando il fatto che a robotizzare la trasmissione provvede il sistema “Automatic Powershift” che, sulla base delle sue tre modalità di azione, semi-auto, auto-field e auto-road, seleziona in modo autonomo il rapporto più idoneo all’attività in corso in funzione di molteplici parametri motoristici e operativi sollevando così i driver da tale incombenza e lasciandoli liberi di concentrarsi esclusivamente sulla guida e sul controllo delle attrezzature impiegate. La terza infine è una trasmissione a variazione continua a quattro gamme meccaniche di derivazione Zf serie “Eccom 1.5” che assicura ai mezzi la possibilità di marciare su strada da fermo a 50 all’ora, ove consentito dal Codice, massimizzando l’efficienza del sistema giocando su tre strategie di guida, manuale, pto e auto, sul potenziometro “Eco/Power” e sull’ulteriore potenziometro “Acc” per settare l’accelerazione della componente idrostatica. Il gruppo è inoltre gestibile in modo semplice e immediato mediante un sistema di controllo installato su un bracciolo multifunzione che raggruppa razionalmente tutti i comandi più importanti del trattore, ivi compresi quelli della presa di forza a quattro velocità di lavoro, 540 e mille giri in versione tradizionale ed eco, e dei sette distributori alimentati da un impianto idraulico che mette a disposizione 84, 120 o 160 litri di olio al minuto, per 40 minuti per le versioni powershift mentre per le versioni “Ttv” le portate salgono fino a 170 litri al minuto. Nessun problema quindi per movimentare anche le attrezzature più impegnative e i cantieri di lavoro in combinata, attività quest’ultima a cui sono orientati un sollevatore posteriore a controllo elettronico da nove mila 200 e nove mila 700 chili di portata massima, con la prima capacità riservata ai modelli a variazione continua, e da un analogo gruppo anteriore opzionale da quattro mila e 110 chili di capacità.