Ecovandali distruggono la ricerca sul “Ris-8imo”

Ecovandali distruggono la ricerca sul “Ris-8imo”

Sul numero di Maggio scorso, nella rubrica Biotech, si era data notizia di una sperimentazione tutta italiana su una nuova varietà di riso geneticamente modificato per resistere al Brusone, grave malattia che affligge le risaie obbligando a puntuali trattamenti fungicidi.

Frutto di tecnologie Crispr-Cas9, il nuovo riso aveva ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie ed era stato quindi trapiantato a Mezzana Bigli, nel Pavese, presso l’azienda agricola del Conte Federico radice Fossati. Si usa il tempo passato poiché quel riso ora non esiste più. Nella notte fra il 20 e il 21 Giugno alcuni vandali hanno infatti aggirato le telecamere di controllo, hanno divelto la debole recinzione che circondava la prova sperimentale e hanno sradicato ogni piantina presente mandando a ramengo la ricerca. “Ris-8imo”, questo il nome dato a quel riso, è stato quindi spazzato via, sprofondando nello sconforto chiunque abbia un minimo di competenze in agricoltura e nel campo del miglioramento genetico. Affranti ovviamente i ricercatori dell’Università Statale di Milano, a partire da Vittoria Brambilla e dal suo staff di ricercatori che quella varietà avevano messo a punto.

Criminali prevedibili

A Maggio, il trafiletto pubblicato sull’evento da Macchine Trattori terminava con un laconico “Si attendono sviluppi”, sviluppi che per somma infamia dei soliti ignoti non sono stati quelli sperati. Attesi no, poiché conoscendo da tempo l’intrinseca vocazione criminale dell’ecoterrorismo anti biotech, in redazione si temeva che qualcosa del genere potesse succedere. Le indicazioni date all’epoca circa il luogo della prova furono infatti deliberatamente false, collocandola fittiziamente nel Vercellese per confondere le acque a chi si era certi avrebbe subito pianificato l’incursione vandalica.

Ciò non è servito, purtroppo, anche a causa del battage mediatico che ha accompagnato la messa a dimora di quelle piante. Video, fotografie e interviste hanno infatti amplificato l’imprudente trionfalismo di tutti coloro che hanno presenziato al trapianto in quel campo sperimentale, dai rappresentanti della politica regionale e nazionale, agli appassionati sostenitori del Biotech, fino ai giornalisti di testate locali e nazionali. E l’esperienza insegna che gli eco-vandali sono ovunque, con la loro percezione alterata del Mondo e della ricerca scientifica. Illusisi di avere la Verità in tasca, si considerano salvatori del Pianeta e quindi legittimati moralmente a distruggere ciò che collide con il loro orientamento ideologico.

Ecovandali distruggono la ricerca sul “Ris-8imo”

Un orientamento estremista che odora ormai di para-religioso e che come spesso accade naufraga nell’odio per la scienza. Non v’è infatti nulla di diverso fra i distruttori di “Ris-8imo” e quelli che devastarono le prove sperimentali di Golden Rice nelle Filippine nel 2013, o i campi di mais ogm in Francia nel 2014. Né si ravvisano differenze con i fanatici anti-nucleare e anti-chimica, i cui schemi comportamentali sono ormai da tempo sovrapponibili a quelli degli antivaccinisti del passato e del presente. Tutte minoranze di esaltati integralisti, queste, che affliggono ogni spicchio del Globo e della cui predisposizione a distruggere se ne deve sempre tenere conto ogni volta che si tenti di alimentare il progresso con nuove ricerche e soluzioni.

Meglio mimetizzarsi

Macchine Trattori esprime quindi sì la propria solidarietà ai ricercatori milanesi, ma si prende anche la libertà di dare loro un umile consiglio. La prossima volta, perché una prossima volta ci sarà, nascondete bene la prova agli occhi di tutti. Lavorate in segreto e in silenzio, magari seminando falsi bersagli ovunque, come fanno i sottomarini quando inseguiti dai siluri dei battelli nemici. Brutto dirlo, si comprende bene, ma chi fa ricerca in un Mondo di spostati mentali come quello attuale è lui che si deve difendere. E il mimetismo è in tal senso l’arma migliore.

Titolo: Ecovandali distruggono la ricerca sul “Ris-8imo”

Autore: Donatello Sandroni

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