I campo aperto di media e alta potenza di McCormick, i serie “X6” e “X7”, sono progettati in un’ottica di ottimizzazione delle produttività orarie e, parallelamente, di contenimento dei consumi. Obiettivi raggiunti grazie a un’offerta basata su due motorizzazioni, tre strutture e quattro trasmissioni che permette di personalizzare non solo i contenuti, ma anche la struttura di ogni singola macchina
Lo scenario economico globale vede le quotazioni delle commodities agricole quanto mai volatili. Massimizzare le produzioni orarie abbattendo in contemporanea i costi di produzione è quindi l’unica via che le aziende agricole possono seguire se vogliono mantenersi concorrenziali sui mercati nazionali ed esteri. Ne deriva l’esigenza, per gli operatori, di svolgere quotidianamente le rispettive attività in modo intensivo e quindi di disporre di macchine in grado di lavorare costantemente al massimo delle proprie capacità ma a fronte di costi operativi il più possibile limitati. Ben rispondono a tali input i campo aperto McCormick di media e alta potenza, serie “X6” e “X7”, dieci trattori che proprio per rispondere alle esigenze operative delle aziende più strutturate e dei contoterzisti si differenziano tra loro non solo in termini di contenuti ma anche a livello di strutture, quindi di architetture motoristiche, trasmissioni e passi. I serie “X6”, i medi, sono in particolare mezzi che fanno della versatilità e della maneggevolezza le loro principali doti grazie a un peso di quattro mila e 900 chili e a un passo di due mila 540 millimetri che ne permettono l’impiego anche in ambiti con ridotti spazi di manovra, quali, per esempio, quelli che contraddistinguono le stalle datate. Ciò in funzione di una struttura realizzata sulla base di un ponte motore-cambio compatto su cui sono staffati motori “BetaPower Fuel Efficency” a quattro cilindri da quattro litri e mezzo di cubatura che mettono a disposizione tarature massime di 111, 121 e 130 cavalli, prestazioni che grazie al sistema “Power Plus” possono elevarsi rispettivamente a 121, 133 e 140 cavalli quando le macchine sono impegnate alla presa di forza o trainano su strada. Sempre a quattro cilindri e sempre da quattro litri e mezzo di cubatura anche le unità “BetaPower Fuel Efficency” che equipaggiano gli “X7.4”, tre modelli sempre compatti grazie al passo limitato a due mila e 600 millimetri, ma più orientati alle attività di semina e alla preparazione dei terreni dopo aratura grazie a masse che stallano sui sei mila e 400 chili, mille 500 chili in più rispetto agli “X6”. Maggiori anche le potenze massime erogate, 143, 160 e 166 cavalli con l’ultimo valore che può elevarsi di ulteriori nove cavalli attraverso il già citato sistema “Power Plus”. A sei cilindri, da sei litri e 700 centimetri cubi di cilindrata, è invece l’architettura dei motori che muovono gli “X7.6”, quattro modelli eroganti potenze massime in Power Plus comprese tra 160 e 212 cavalli e che guardano espressamente alle più impegnative attività in campo aperto e ai trasporti su strada grazie a passi nell’ordine dei due mila e 750 e due mila 820 millimetri, a seconda del modello. A tali misure fanno eco masse di rispettive di sei mila 810 e sette mila e dieci chili mentre sono indipendenti dalle architetture e dalle tarature i sistemi di distribuzione delle varie unità, sempre a quattro valvole per cilindro, quelli di sovralimentazioni, asservite da intercooler, e le alimentazioni common rail operanti a mille 800 bar di pressione. Comune, ma questo è un input di Legge anche l’emissionamento stage 4 raggiunto attraverso impianti scr, senza dover ricorrere ad alcun tipo di ricircolo dei gas di scarico. Ne derivano quindi motorizzazioni tra le più efficienti e moderne tra quelle disponibili sul mercato, esattamente come risultano essere anche le quattro diverse trasmissioni che possono equipaggiare gli “X6” e gli “X7”. I primi sono in effetti offerti sia con un cvt sia con una trasmissione powershift, con i gruppi continui, denominati “VT-Drive”, che risultano essere di progettazione originale Argo Tractors e realizzati mediante l’affiancamento di un elemento idrostatico con un cambio meccanico a due gamme. A tre stadi e strutturata sulla base di tre gamme e quattro marce per 36 differenti rapporti in fase di avanzamento e 12 in retro la trasmissione power shift, denominata “Xtrashift”. In entrambi i casi l’attivazione dei rapporti in retro avviene mediante un inversore elettroidraulico modulabile nella reattività tramite un comando che permette di rendere le risposte più o meno aggressive a seconda del lavoro da svolgere e nella versione Powershift è anche disponibile un super riduttore che, operando sulla gamma più bassa, eleva i rapporti da 36+12 a 48+16. Sempre denominata “VT-Drive”, ma in questo caso di derivazione Zf, la trasmissione a variazione continua che equipaggia la serie “X7”, basata sull’abbinamento di una componente idrostatica con un powershift a quattro stadi pilotato per via elettronica. La componente idrostatica azzera il suo contributo all’avanzamento in prossimità di ogni passaggio di rapporto e ciò da origine a quattro range di velocità esclusivamente meccanici i cui rendimenti energetici sono del tutto analoghi a quelli proposti dai powershift tradizionali. Nel caso però l’operatore preferisca disporre proprio di tali sistemi e quindi garantirsi la massima resa energetica sull’intero campo delle velocità rese disponibili dal trattore, gli “X7” mettono a disposizione anche la trasmissione “Ps-Drive”, strutturata sulla base di quattro marce in powershift gestibili anche in automatico e sei gamme di velocità selezionabili a pulsante che nel loro insieme realizzano 40 rapporti (incluse le marce superridotte), tutti utilizzabili anche in retro grazie alla presenza del già citato inversore elettroidraulico operante sotto carico e programmabile nelle sue risposte funzionali. Da precisare che i power shift degli “X7” sono in grado di dialogare con il motore e, se lasciati operare in maniera automatica attivando il sistema “AutoShift”, risultano in grado di ottimizzare il rapporto tra prestazioni e consumi mediante l’inserimento della marcia più idonea in funzione dell’attività svolta e del carico motore. Trasmissioni robotizzate e intelligenti quindi, esattamente come risultano in parte essere gli impianti idraulici preposti alla gestione e alla movimentazione delle attrezzature, strutturati sulla base di circuiti load sensing che avanzano portate di 110 litri al minuto sugli “X6”, 66l/min a centro aperto nelle versioni di base, e di 123 litri di olio al minuto sugli “X7”. Tali flussi sono interamente orientati all’alimentazione dei distributori ausiliari e dei sollevatori in quanto all’alimentazione dei gruppi di sterzo provvedono circuiti ausiliari capaci di 38 o 44 litri al minuto a seconda del modello. Da segnalare i sollevatori posteriori e anteriori, entrambi di tipo integrato e a controllo elettronico, che si propongono con capacità di cinque mila e 400 o nove mila e 300 chili per i primi e di due mila e 500 o tre mila e 500 chili per i secondi, e la possibilità di acquisire le macchine oltre che nella classica livrea rossa di McCormick anche con una squillante e solare verniciatura “giallo modena” dal netto sapore sportivo.