Dio è nei dettagli

Cm ha sottoposto il suo elevatore idraulico a tre sfili “16Thad” a un profondo processo di rinnovamento volto a elevarne le capacità operative e a migliorarne gli standard di sicurezza

foto-notizia-5La celebre affermazione con cui l’architetto tedesco Mies Van Der Rohe soleva evidenziare come fossero gli apparentemente più insignificanti particolari a differenziare i prodotti di qualità da quelli standard, “Dio è nei dettagli”, ben si presta per sintetizzare il percorso evolutivo intrapreso da Cm. L’Azienda ravennate ha infatti avviato in occasione di Eima 2016 un processo di aggiornamento della sua linea di prodotto volto a migliorarne le capacità operative e gli standard di sicurezza, con l’obiettivo di mantenere nei confronti dei competitor quel vantaggio tecnologico acquisito in oltre 40 anni di attività. Rientra quindi in tale strategia imprenditoriale il profondo rinnovamento a cui è stato sottoposto l’elevatore idraulico a tre sfili “16Thad”, attrezzatura equipaggiata oggi con un nuovo cilindro di sollevamento a doppio effetto che consente di velocizzare le attività di movimentazione all’interno delle aziende agricole, migliorando al contempo anche la sicurezza operativa. La gestione idraulica della discesa, oltre che dell’alzata come nella precedente versione, garantisce infatti all’elevatore “16Thad” un abbassamento delle forche più rapido e a velocità costante indipendentemente dal carico, rendendo di fatto l’intero processo di movimentazione avulso dal rischio di “strappi” grazie anche alla presenza di due catene di sollevamento “Fleyer” supplementari che, affiancando le due già presenti sul modello di precedente generazione, assicurano all’attrezzatura un’elevata resistenza all’usura anche durante le applicazioni più gravose. Attività queste ultime nelle quali si evidenzia inoltre la nuova struttura portante realizzata attraverso profili in acciaio a “U” e “H” laminati a caldo che ha permesso ai tecnici della Casa romagnola di mantenere anche sul nuovo modello un’alzata libera di 200 millimetri, soluzione che di fatto consente agli operatori di gestire le movimentazioni meno gravose senza che l’attrezzatura aumenti il suo ingombro verticale rispetto alla posizione di riposo. Orientata all’ottimizzazione dei cicli operativi anche la possibilità di equipaggiare l’elevatore con un distributore elettroproporzionale che slega dal regime motore del trattore la movimentazione dei carichi, a tutto vantaggio della riduzione dei consumi di carburante, senza tuttavia che ciò vada a ledere le prestazioni massime, assicurate da una portata di mille 600 chili e da un’altezza massima raggiungibile compresa, a seconda dei modelli, tra i due metri e mezzo e i tre metri e 60 centimetri.

Related posts