Le rotoimballatrici “Roll-Belt” di New Holland uniscono i vantaggi della compressione a camera variabile con quelli delle camere fisse, permettendo di adottare modalità differenti di pressatura a seconda delle necessità
Raramente un abbraccio indurisce il cuore. Per lo meno in amore. Accade il contrario quando invece si parla di rotopressatura del fieno e della paglia e si effettua tale lavorazione tramite macchine a camera variabile, non a caso dette anche a “cuore duro” per via della tenacità finale con la quale si presenta il materiale posto al centro della balla stessa. Premesso che le rotoimballatrici a camera fissa lavorano a pressioni variabili che crescono al crescere del diametro della balla, le macchine a camera variabile esercitano invece sul materiale vegetale in via di avvolgimento una pressione fissa per tutta la durata del processo. Ne deriva che le rotoimballatrici a camera fissa realizzano manufatti sempre più compatti man mano che la balla si realizza ma partendo da un centro relativamente morbido, mentre le macchine che operano in base al principio della camera variabile, ottenuta mediante cinghie che operano sul raccolto per tutta la durata del processo, assicurano la massima densità di lavoro fin dalle prime fasi della lavorazione. Le due macchine alla fine di ogni ciclo di lavoro danno quindi origine a balle di diametri analoghi, ma quelle realizzate dalle camere variabili saranno più pesanti. Differenza peraltro visibile anche a occhio osservando la “stella” che la balla presenta al suo centro, indotta proprio dalla forte compressione iniziale del raccolto. Questi non è però detto che debba essere lavorato sempre e comunque nella stessa maniera. La densità va in effetti regolata a seconda della tipologia e della destinazione d’uso dei prodotti in lavorazione e ciò implicava la necessità di operare ora con presse a camera fissa ora con altre a camera variabile. Ora grazie all’evoluzione tecnologica del settore tale problema è stato però superato mediante macchine, come per esempio le rotopresse a camera variabile serie “Roll-Belt” di New Holland, che integrano in un’unica macchina sia le features di una camera variabile classica, sia quelle di una camera fissa, ottenendo balle ora di cuore duro, ora di cuore tenero a seconda del bisogno. Quando si operi su fieno, per esempio, è preferibile la seconda opzione, in special modo quando il materiale deposto in andane non sia completamente asciutto, mentre quando si lavora su paglia o su foraggio asciutto l’alta densità permette di massimizzare l’efficienza delle operazioni e la qualità del prodotto finito. Le nuove rotopresse New Holland sostituiscono la precedente serie “Br7000” e risultano declinate nei due modelli “150” e “180”, ove il numero indica il diametro massimo in centimetri che può raggiungere la balla finita, e in tre versioni, “ActiveSweep”, “SuperFeed” e “CropCutter”, per un totale di sei diverse macchine. In ogni caso i duplice sistema di pressatura della Casa modenese permette di sfruttare la funzione a bassa densità, eseguibile nei diametri fra i 70 e i 170 centimetri, incrementando poi la pressione solo in fase di realizzazione della cosiddetta “corteccia”, ovvero la porzione più esterna della balla, quella che conferisce maggior resistenza anche in fase di legatura. Il tutto gestendo il lavoro tramite un apposito monitor installato nella cabina del trattore denominato “Bale Command Plus II” grazie al più evoluto sistema di bordo “IntelliView III” offerto in opzione. L’operatore può quindi decidere di volta in volta sia il diametro del nucleo, sia il gradiente di pressioni con cui desidera operare, ottenendo di conseguenza la struttura, la densità e il diametro delle balle da lui ritenuti più adeguati. Anche il diametro può in effetti variare con intervalli di cinque centimetri partendo da un minimo di 90 centimetri, cosa che rende le “Roll-Belt” ideali per la maggior parte delle aziende agricole, anche quelle fra loro molto diverse per superfici e indirizzi colturali. Proprio in tale ottica le versioni “SuperFeed” e “CropCutter” propongono la funzione “DropFloor” che previene gli intasamenti della camera di pressatura bloccando il rotore e abbassando il fondo del pick-up per consentire l’evacuazione del materiale vegetale in eccesso. Tre inoltre i sistemi di legatura, solo spago, solo rete oppure combinata spago/rete. Il primo è stato completamente ridisegnato e consta oggi di due bracci pivotanti centrali che assicurano una corsa uniforme dei legatori da sinistra a destra mentre il secondo conta sul collaudato sistema “EdgeWrap” che opera una rapida copertura della balla fin oltre i suoi margini preservandone al meglio la forma.