Area di pressatura sdoppiata nelle nuove big baler di Kuhn serie “Lsb 1290 iD”, acronimo di “Intelligent Density”, in italiano “densità intelligente”. Grazie a tale esclusività assicurano una maggiore efficienza abbinata a minori assorbimenti di potenza
La querelle fra creazionisti ed evoluzionisti prosegue da decenni. I primi sostengono che la vita sulla Terra sia stata creata così com’è, per come narrato dalla Bibbia. L’intero universo non sarebbe quindi più mutato grazie all’iniziale opera perfetta dell’”Intelligent design”, ovvero il disegno intelligente del Creatore. Poi i paleontologi trovarono i fossili dei dinosauri, i geologi ripercorsero la storia del Pianeta tramite lo studio della sua crosta e le teorie creazionistiche andarono in crisi. Ma il vero colpo di grazia glielo sferrò Charles Darwin, padre dell’evoluzionismo, i cui discepoli discutono oggi per lo più di un solo tema, ovvero se l’evoluzione proceda per modifiche lente e progressive, oppure tramite poderosi e imprevedibili balzi in avanti. Quale connubio delle due teorie pare proporsi però l’evoluzione delle big balers utilizzate in agricoltura. Nate mono-pistone, sono state poi migliorate nel tempo apportando modifiche atte ad aumentarne le performance. Ma sempre mono-pistone rimanevano. Poi arrivò il balzo in avanti, il cambio di paradigma. A proporlo in anteprima fu Kuhn, ad Agritechnica 2013. Alla sua gamma di presse quadre la Casa di Saverne affiancò infatti un prototipo che di pistoni ne presentava due, sovrapposti. Tale innovazione nasce dal fatto che la creazione di balle prismatiche richiede sforzi pressori considerevoli, i quali portano i cinematismi del pistone ai limiti delle proprie capacità meccaniche. Capacità che talvolta vengono superate generando rotture di grave entità a carico proprio degli apparati pressori. Per competere nel mercato delle presse quadre Kuhn schiera tradizionalmente in Europa la gamma “Lsb”, declinata in quattro modelli, ovvero le “870”, “890”, “1270” e “1290”, la quale è stata fino a ora il Top di gamma. Ora però, il summenzionato prototipo pare sia pronto al lancio con il nome “Lsb 1290 iD”, dove “iD” significa intelligent density, in italiano densità intelligente. Il cuore della nuova macchina è il sistema “Twinpack”, progettato per comprimere balle di elevata densità evitando eccessivi picchi di carico sulla macchina. Il pistone delle “Lsb 1290 iD” si sdoppia infatti in una parte inferiore e in una superiore, connesse e armonizzate nel moto da una speciale biella. L’opera sulla balla del pistone sdoppiato avviene quindi in due fasi, nelle quali la forza pressoria viene applicata in modo ritmico e regolare solo sul 50 per cento per volta della superficie da lavorare. Ciò implica balle più dense e pesanti fino al 25 per cento rispetto a quelle ottenute da presse convenzionali, chiedendo però alla macchina carichi di lavoro paragonabili a quelli attuali. A fronte degli incrementi prestazionali offerti, le nuove macchine non hanno perciò richiesto alcun sovradimensionamento, né avanzano in campo maggiori esigenze di potenza. Grazie alle nuove features meccaniche, le “iD” si propongono quindi per soddisfare esigenze prestazionali superiori rispetto alle altre versioni della serie “1290”. Se queste ultime sono infatti da prediligere in caso di raccolta di foraggi, come per esempio l’erba medica, le “iD” vanno invece preferite quando serva uno sforzo di compressione maggiore, come per esempio accade nel caso delle paglie o delle colture da biomassa. Intorno al sistema “Twinpack”, però, le altre componenti della macchina sono state ereditate dalle classiche e consolidate “Lsb 1290”. Medesimo infatti il rotore “Integral” da 60 centimetri di diametro, acquistabile a scelta fra le due versioni “Optifeed” e “Omnicut”, atto quest’ultimo anche allo sminuzzamento dei materiali sollevati dal pick-up, dalla larghezza di 230 centimetri, tramite l’azione di gruppi da 11, 12 o 23 coltelli, selezionabili mediante valvola idraulica. Ciò assicura la produzione di frammenti dalla lunghezza minima di 45 millimetri. In caso non si desideri però effettuare il taglio, il rotore “Omnicut” può essere fatto operare anche senza l’azione dei coltelli massimizzando quindi la flessibilità d’impiego di tale soluzione.