Combattere la peronospora con il rame, pilastro della difesa fitosanitaria

Montmirey la Ville è un piccolo villaggio a metà strada fra Digione e Besançon. Gli amanti del buon vino conoscono questa località francese per due ottimi motivi. Il primo, che è nel cuore della Borgogna, area vitivinicola di pregio. La seconda, che il 13 Dicembre del 1838 diede i natali a Pierre Alexis Millardet, colui che sul finire del XIX secolo avrebbe rivoluzionato la viticoltura grazie a due intuizioni fondamentali. Sua infatti l’idea di innestare le viti europee su portainnesti di viti americane, resistenti alla Fillossera, insetto che stava devastando i vigneti di mezza Europa. Ancora sua poi la scoperta, nel 1882, di come il rame fosse in grado di contrastare la peronospora, flagello fitopatologico contro il quale nulla pareva all’epoca porre rimedio.

vite

Dopo lo zolfo, e cace contro l’oidio, un altro prodotto fitosanitario si aggiungeva quindi al novero delle soluzioni impiegabili a difesa delle colture. Quasi un secolo e mezzo è passato dalla scoperta dello scienziato transalpino, ma il rame non mostra alcun segno di cedimento nei confronti dei patogeni. Dotato di meccanismo d’azione multisito, il rame inibisce la crescita della peronospora fin dalla germinazione delle spore, impendendo la crescita delle ife fungine e la conseguente penetrazione attraverso gli stomi delle foglie.

Niente fenomeni di resistenza

Grazie al rame, usato in sequenza o in miscela con gli antiperonosporici di sintesi, questi ultimi sono stati anche preservati a lungo dai fenomeni di resistenza, impossibili da verificarsi verso il prezioso metallo. Dagli usi smodati del passato, però, le mutate sensibilità ambientali hanno progressivamente ridotto gli usi agricoli del rame, passando progressivamente in Europa dagli otto, ai sei e infine agli attuali quattro chili di rame metallo annui. Per tali ragioni, la qualità delle formulazioni è divenuta fondamentale per incontrare due esigenze contrapposte, ovvero mantenere elevata l’efficacia contro la peronospora pur nel rispetto dell’ambiente.

In tal senso una delle preminenti realtà globali nel settore rameico è Gowan, multinazionale italo-americana che ha in Italia il proprio baricentro produttivo, soprattutto in tema di rame grazie all’acquisizione di Isagro. L’azienda italiana vantava infatti una consolidata esperienza nello sviluppo di formulazioni rameiche sempre più efficaci e sostenibili e grazie a ciò è oggi in grado di commercializzare ogni tipo di sale di rame attualmente disponibile, sia in forma di polveri, sia di granuli idrodispersibili e liquidi.

Trattamenti modulabili

Le quattro formulazioni della linea “Airone”, cui si aggiungono le tre della linea “Grifon”, presentano miscele bilanciate di idrossido e ossicloruro di rame, unendo alla velocità d’azione del primo anche la maggiore persistenza del secondo. I diversi rapporti fra queste due componenti permettono quindi di modulare gli e etti del trattamento in funzione delle specifiche esigenze di campo. Chi però necessitasse soprattutto della pronta efficacia dell’idrossido di rame, le soluzioni ideali portano il nome di “Assoram Elite 20 Wdg” o di “Evoram 15”, mentre per contare sulla costanza di risultati dell’ossicloruro, le soluzioni sono “Oxycur” e “Cuproram 30 Wg Blu”.

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Solfato tribasico e solfato neutralizzato sono infine contenuti in “Hattrick 30 Wg” e “Basiram Elite”, il primo, e in “Bussola”, il se- condo. Come detto, però, il rame è partner ideale di diversi antiperonosporici di sintesi, come nel caso di “Cimoter Rame Wg”, in cui l’ossicloruro è in miscela con cimoxanil, mentre il solfato tribasico è stato abbinato a zoxamide in “Electis R Flow”.

Nel catalogo di Gowan è presente anche un sistemico quale “Aletil Df”, a base di fosetil alluminio, che si presta a miscele estemporanee con i prodotti rameici.

Leggi anche: Peronospora, come combatterla con gli antiperonosporici di Gowan

Titolo: Combattere la peronospora con il rame, pilastro della difesa fitosanitaria

Autore: Redazione

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