Versatili e maneggevoli, gli specializzati Claas serie “Nexos” mirano a garantire una velocizzazione dei cicli produttivi unitamente a una contrazione dei costi operativi attraverso soluzioni tecnico-funzionali esclusive altamente personalizzabili in funzione delle singole necessità applicative.
Negli ultimi anni, l’agricoltura specializzata è stata uno dei pochi segmenti in costante crescita all’interno del comparto primario italiano. Un trend virtuoso tuttavia minato dalle crescenti problematiche che affliggono le aziende viticole e frutticole del Belpaese, costrette a fare i conti con una difficile congiuntura economica che all’atto pratico si traduce in un’instabilità delle quotazioni dei prodotti, soprattutto a livello frutticolo, e in un costante disequilibrio tra costi di produzione e redditività aziendale. A tutela di quest’ultima, le aziende a vocazione viticola e frutticola hanno quindi evidenziato sempre più la necessità di massimizzare i propri cicli produttivi, un percorso che non può ovviamente prescindere dall’impiego di macchine capaci sia di semplificare e velocizzare le attività in campo, sia di abbassare i costi operativi.
Proprio a tali obiettivi guardano non a caso gli specializzati serie “Nexos” di Claas, trattori che trovano nell’efficienza funzionale e nella manovrabilità i loro principali tratti distintivi, resi peraltro evidenti anche a livello estetico attraverso un esclusivo cofano a “vita di vespa” capace di assicurare alle macchine elevate doti di agilità negli spazi più stretti. In tale ottica i “Nexos” in configurazione stretta, i modelli “Ve”, propongono raggi di volta nell’ordine dei tre metri e 37 centimetri, mentre le versioni “Vl” e “F”, orientate rispettivamente ai vigneti larghi e ai frutteti, ruotano su se stessi in tre metri e mezzo.
Valori che all’atto pratico si traducono in una una maggior efficienza operativa, dote peraltro enfatizzata dalla scelta di equipaggiare le macchine con motorizzazioni Fpt Industrial a quattro cilindri da tre litri e 400 centimetri cubi di cilindrata in grado di erogare un range di potenze massime che spazia dai 75 ai 103 cavalli, con quest’ultima prestazione elevabile a 112 cavalli grazie al sistema “Claas Power Management” che fornisce ai modelli “250 Vl” e “250 F” un surplus di potenza quando impegnati alla presa di forza o durante i trasporti su strada.
Indipendentemente dalle singole tarature, i motori operano sempre e comunque sulla base di alimentazioni common rail a gestione elettronica e di sovralimentazioni asservite da impianti intercooler, soluzioni che nel loro insieme concorrono a realizzare curve di coppia lineari e progressive volte al contenimento dei consumi di carburante. Al medesimo obiettivo guardano anche le trasmissioni, gruppi strutturati sulla base di tre gamme e quattro marce che danno origine a cinque diverse configurazioni grazie alla possibilità di affiancare al cambio base, 12 velocità avanti e altrettante indietro, un hi-lo e un inversore, a loro volta operanti per via meccanica o elettroidraulica, con l’allestimento più evoluto che mette a disposizione 24 rapporti in avanzamento e altrettanti in retro attraverso la contemporanea presenza dell’hi-lo elettroidraulico “TwinShift” e dell’inversore sincronizzato “ReverShift”.
Ne deriva un’elevata versatilità d’utilizzo che permette alle macchine di affrontare con successo tutte le principali applicazioni in ambito specializzato, anche quelle che prevedono l’impiego delle attrezzature più impegnative grazie alla presenza di un impianto idraulico a doppia pompa capace di erogare 87 litri di olio al minuto, 27 dei quali dedicati ai servizi di bordo e i restanti 60 alla movimentazione delle attrezzature.
A livello opzione è inoltre possibile equipaggiare le macchine con un impianto a tripla pompa che eleva la disponibilità complessiva fino a 114 litri al minuto e che consente di utilizzare contemporaneamente sia i sei distributori ausiliari gestibili anche elettronicamente sia il sollevatore posteriore da tre mila e 110 chili di capacità. Sempre a gestione elettroidraulica anche l’innesto della presa di forza sincronizzata operante a due velocità, 540 e mille giri al minuto, il blocco dei differenziali e l’inserimento della doppia trazione, soluzioni che possono essere integrate a livello opzionale con un sollevatore e una presa di forza anteriori, rispettivamente da due mila 800 chili e da mille giri al minuto, che non inficiano in alcun modo la maneggevolezza delle macchine, assicurata sempre e comunque da angoli di volta nell’ordine dei 55 gradi.
Anche l’assale anteriore sospeso
In un’ottica di massimizzazione dell’efficienza funzionale, i “Nexos” di Claas possono anche essere equipaggiati con l’assale anteriore sospeso “ProActiv”. Gestito per via elettroidraulica, il gruppo opera attraverso due cilindri staffati tra carro e assale in posizione inclinata verso l’esterno, così che il peso del trattore poggi in modo ottimale sull’avantreno a garanzia della massima stabilità quando i carichi statici o dinamici sono rilevanti.
I cilindri, installati peraltro posteriormente all’asse al riparo da eventuali danneggiamenti, assicurano alla sospensione una corsa utile di 80 millimetri che può essere gestita dall’operatore sulla base di tre diverse modalità di lavoro, a seconda che preferisca affidarne il controllo alla centralina di bordo, comandarla manualmente per facilitare l’aggancio o lo sgancio di eventuali attrezzature o disinserirla, opzione quest’ultima che si rende necessaria quando il trattore effettua lavorazioni che richiedono il controllo della profondità o dell’assetto di un’attrezzatura.
Il comfort sposa la sicurezza
Vere e proprie esclusività della serie “Nexos” le cabine, vani realizzati con pannellature di cristallo atermico bombate nella parte posteriore per assicurare la miglior visuale possibile sulle attrezzature e sull’area circostante al trattore.
Tale soluzione, abbinata alla presenza di sedili e volanti regolabili, concorre a enfatizzare il comfort di lavoro, obiettivo cui peraltro guardano anche la presenza di un sistema di climatizzazione protetto a livello di prese d’aria da filtri ai carboni attivi e supportato da una serie di accorgimenti tesi a rendere pressurizzato il vano. Ciò, abbinato all’elevata portata del sistema di ventilazione, evita che in fase di trattamento eventuali sostanze irrorate possano infiltrarsi in cabina contribuendo di conseguenza alla sicurezza di lavoro.