Claas: le due vie della leadership

Strutturata sulla base di due diverse linee di prodotto che danno origine a un totale di 12 differenti modelli, la gamma delle trincia semoventi “Jaguar” di Claas può soddisfare qualsiasi esigenze operativa assicurando sempre la massima qualità del trinciato.

Due serie. Parzialmente sovrapposte fra loro in termini prestazionali, accomunate da analoghe soluzioni tecnico-costruttive ma diverse nelle opzioni funzionali. Questa, molto in sintesi, l’offerta commerciale Claas nel segmento delle trinciacaricatrici semoventi, una linea di prodotto ampia e strutturata che non ha eguali nel panorama della meccanizzazione agricola mondiale, ambito in cui la Casa da anni copre più del 50 per cento delle richieste. In tutto 12 differenti modelli, sette dei quali appartenenti alla serie “Jaguar 900” e i restanti cinque alla serie “Jaguar 800”, per un range di potenze che spazia tra i 408 e i 925 cavalli senza che il tasso di erogazione incida mai sulla qualità del trinciato.

Quest’ultima dote insieme all’elevata velocità di lavoro rappresenta certamente una delle ragioni che, come accennato, hanno permesso a Claas di conquistare più del 50 per cento del mercato mondiale di settore con punte di penetrazione che in alcuni Paesi arrivano a toccare anche il 70 per cento. Una leadership indiscutibile quindi, indotta anche dalla capacità delle macchine di soddisfare qualsiasi esigenza di raccolta adeguandosi in termini di contenuti alle possibilità di investimento di ogni singola azienda.

La differenziazione tra le serie “Jaguar 900” e “Jaguar 800” non è in effetti basata sulle prestazioni, in parte sovrapposte, o sulle soluzioni tecnico-costruttive, spesso comuni, ma solo su specifici contenuti tecnico-funzionali, scelta che permette proprio di orientare ogni macchina a ben precisi target di operatori. Le “Jaguar 900” guardano alle aziende agricole più strutturate e alle grandi organizzazioni operanti in conto terzi e in tale ottica propongono di serie tutte le soluzioni tecniche più attuali ed evolute, a partire dai tamburi di taglio serie “V-Max” disponibili con 20, 24, 28, 36 o 42 coltelli, configurazione quest’ultima di recente introduzione in grado di realizzare lunghezze di taglio comprese tra tre millimetri e mezzo e 12 millimetri e mezzo ideale quindi per alimentare i digestori.

Il tamburo opera inoltre in abbinamento al sistema di regolazione continua della lunghezza di taglio “Comfort Cut” e a una precompressione di tipo idraulico. A valle del tamburo poi è previsto un gruppo rompigranella denominato “Multi Crop Cracker” adattabile alle diverse condizioni di raccolta, con una distanza tra i rulli che può inoltre essere effettuata anche idraulicamente dalla cabina della macchina. Lo stesso gruppo può essere sostituito in modo semplice e immediato con il collettore per erba per passare senza perdite di tempo dalla raccolta del mais a quella del foraggio. Più tradizionali i gruppi di lavoro delle “Jaguar 800”, con il tamburo di taglio di tipo “V-Classic” da 20, 24 e 28 coltelli affiancato da rulli di introduzione le cui velocità possono essere impostate meccanicamente sulla base di sei differenti rapporti di trasmissione.

Anche nella serie “800” c’è la possibilità di sostituire il “Multi Crop Cracker Classic” con le opzioni “ Mcc Max” e “Mcc Shredlage”, rispettivamente orientati al condizionamento del prodotto tagliato sulla base di lunghezze oscillanti fra i sette e i 22 millimetri e fra i 26 e i 30 millimetri. Gli “Mcc Max”, caratterizzati dal nuovo rivestimento anti usura Busa Clad, sono strutturati sulla base di speciali rulli a profilo seghettato composti da 30 segmenti anulari, la cui geometria oltre a frantumare il prodotto per frizionamento realizza anche a un’azione di taglio che consente un condizionamento più intensivo della granella e un’elevata triturazione dei gambi.

Grazie anche a un differenziale di velocità del trenta per cento tra i rulli è possibile ottenere un prodotto che migliora i processi fermentativi a tutto vantaggio delle rese degli impianti di biogas, sia un prodotto maggiormente digeribile se destinato all’alimentazione del bestiame. A quest’ultimo utilizzo del trinciato guardano però in maniera più specifica i rompigranella “Mcc Shredlage”, caratterizzati da un profilo a spirale, in aggiunta a quello seghettato, e da un differenziale di velocità del cinquanta per cento. Permettono di condizionare in modo più intenso il mais tagliato in lunghezze comprese fra i 26 e i 30 millimetri, ottenendo un effetto sfibrato che migliora l’attacco batterico così da dare origine a un prodotto finito molto più digeribile dell’insilato tradizionale. Stessa configurazione invece per la cabina dotata di tutti i comfort e di un computer di bordo “Cebis” con schermo tattile.

Ne deriva quindi una differenziazione tra le serie che porta le “Jaguar 900” a essere più flessibili e versatili all’uso, grazie alla capacità di meglio adattarsi ai diversi raccolti e quindi alle esigenze di quei contoterzisti che operano quotidianamente su colture quanto mai diversificate. Le “Jaguar 800” risultano invece ideali per quelle aziende agricole che gestiscono le attività di raccolta in maniera più programmata, fermo restando comunque la possibilità di contare sempre sulla disponibilità di contenuti tecnici opzionali del tutto analoghi a quelli offerti di serie dalle “Jaguar 900”. Grazie a ciò, macchine di pari potenza se regolate in maniera opportuna e poste su uno stesso campo lavoreranno con la medesima efficacia, in virtù anche di rinnovate motorizzazioni emissionate stage V di produzione Man e Mercedes già montati sulla serie 900 e presenti prossimamente anche sulla serie 800 e in grado di ottimizzare il rapporto prestazioni/consumi in un’ottica di massimizzazione dell’efficienza operativa.

A beneficiare di tale upgrade è stato in particolare il modello top di gamma “Jaguar 990” che ha visto crescere la sua potenza massima fino a 925 cavalli grazie alla presenza sottocofano di un’unità Man serie “D2862” a 12 cilindri in architettura a “V” da 24 litri di cilindrata, la stessa unità che in taratura da 850 cavalli equipaggia anche la versione “Jaguar 980”. Sempre di produzione Man, ma in questo caso appartenete alla serie “D4276” e quindi a sei cilindri e 16 litri di cubatura, il motore da 790 cavalli che muove il modello “Jaguar 970”, mentre sono di derivazione Mercedes le unità “Om 473 La”, “Om 471 La” e “Om 470 La” a sei cilindri e rispettivamente da 15 litri e 600, 12 litri e 800 e 10 litri e 600 centimetri cubi che equipaggiano i restanti quattro modelli della serie “Jaguar 900” e tutti le cinque versioni che fanno capo alla serie “Jaguar 800”.

Comune a tutte le motorizzazioni infine la presenza di sistemi scr per il post trattamento degli ossidi azotati che permettono di minimizzare l’impiego di impianti egr in un’ottica di massimizzazione dell’efficienza termodinamica, obiettivo quest’ultimo cui guarda anche il nuovo sistema “Cemos auto performance” che correla la potenza erogata dal motore alla velocità di marcia, ottimizzando entrambi i parametri in base alla massa del raccolto. Nel momento in cui aumenta la quantità di prodotto raccolto, la potenza viene infatti incrementata in modo automatico per mantenere elevata la produttività, mentre se la massa cala l’erogazione viene ridotta, in modo tale da minimizzare i consumi.

Anche in versione Terra Trac

In un’ottica di maggior tutela dei terreni coltivati due modelli della serie “Jaguar 900” sono proposti anche in versione “Terra Trac”, l’esclusivo sistema di cingolatura Claas operante sulla base di nastri di gomma tensionati in automatico per via idraulica all’interno dei quali sia le ruote sia i rulli di supporto galleggiano su ammortizzatori idropneumatici. In grado di oscillare verso l’alto di dieci gradi e verso il basso di 13 gradi, il sistema permettere alle “Jaguar 990” e “Jaguar 960” di spostarsi su strada a velocità del tutto analoghe alle versioni tradizionali, mentre durante le manovre a fine campo spinge i rulli di supporto verso il basso idraulicamente, in modo tale da sollevare il rullo di azionamento anteriore per realizzare una riduzione di un terzo dell’area di contatto al suolo che concorre a minimizzare i rischi di rovinii del fondo.

Additivi protetti

Le “Jaguar” di nuova generazione sono equipaggiate anche con un nuovo sistema di dosaggio per gli additivi concentrati per gli insilati. Denominato “ActiSiler 37”, si configura quale serbatoio a doppia parete che protegge il concentrato dalle variazioni delle temperature esterne abbinato a una pompa che consente dosaggi precisi compresi fra i due decilitri/ora e i 20 litri/ora o, in termini di massa, fra dieci e 50 millilitri per tonnellata. Il valore del contenuto di sostanza secca può essere determinato tramite un sensore infrarosso di tipo “Nir” che oltre a misurare tale parametro ne determina anche i componenti a seconda della coltura in questione, rendendo disponibili i valori misurati per una eventuale documentazione di base.

Related posts