Due anniversari, profondamente differenti tra loro e celebrati in aree geografiche quasi agli antipodi. Ma che se guardati nel loro insieme ben sintetizzano i percorsi industriali sui quali può poggiare concretamente e credibilmente quel processo di transizione energetica propugnato da più parti come panacea di tutti i mali ambientali. A Toyota, nella prefettura giapponese di Aichi, l’omonimo Gruppo industriale ha festeggiato il 30.esimo anniversario della nascita della propulsione ibrida, introdotta proprio dalla Casa asiatica con un progetto avviato nel 1994. A Bologna, Landini ha invece celebrato il 140.esimo anno dalla sua fondazione evolvendo i propri studi di fattibilità sull’ibridazione in ambito trattoristico con due prototipi che aprono nuovi scenari in termini di sostenibilità delle pratiche agricole. Due percorsi aziendali che per quanto possano apparire lontani tra loro delineano però una concretezza e un realismo industriali di fondo capaci di azzerare gli oltre 12 mila chilometri che separano Fabbrico da Toyota, lasciando intravedere quale sarà, o forse dovrà essere, il futuro della mobilità privata e della meccanizzazione agricola. Da un lato Toyota è in effetti rimasta fedele per tre decenni a una tecnologia che i vertici del maggior costruttore mondiale di vetture continua a ritenere la strada più efficacie per ridurre sensibilmente le emissioni nocive prodotte dalla mobilità privata, arrivando a denunciare con anni di anticipo quelle criticità dell’elettrico puro che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
La transizione energetica non deve essere una zavorra
Allo stesso modo, dall’altro lato, Landini non si è mai lasciata contagiare da entusiasmi fini a se stessi verso il full electric preferendo affinare soluzioni alternative, l’ibrido appunto, in grado di supportare la transizione energetica senza che quest’ultima diventi una zavorra in termini di costi e di efficienza per il comparto primario. Un percorso coerente e razionale che dopo aver dato vita a “Rex Electra”, nel 2021, e a “Rex4 Full Hybrid”, nel 2022, ha portato sotto i riflettori di Eima 2024 “Rex4 Energy” e Landini “Trekker4 Energy”, con quest’ultimo che è stata la vera e propria sorpresa della rassegna bolognese. Se “Rex4 Energy” era annunciato e previsto, avendo anche vinto il premio Novità Tecnica prima dell’inizio della fiera, “Trekker4 Energy” ha invece stupito i visitatori di Eima 2024, sia per l’inattesa presenza sia soprattutto per aver introdotto per la prima volta la tecnologia ibrida nel segmento dei cingolati di media potenza.
Un ulteriore passo avanti quello compiuto dai tecnici Landini quindi che hanno esportato anche in un segmento di mercato strategico per il Belpaese una soluzione volta a supportare le attrezzature operanti per via elettrica attraverso un’architettura ibrida semplice e modulare. Oltre a non richiedere alcuno stravolgimento dell’impostazione di base del trattore su cui viene installato, il sistema condiviso da “Rex4 Energy” e “Trekker4 Energy” ha in effetti dimostrato di poter essere trasposto su diverse tipologie di macchine, adattandone ovviamente le capacità prestazionali in funzione della categoria di mezzo da equipaggiare, senza necessitare di costosi e pesanti pacchi batterie e soprattutto di quei progetti dedicati che i trattori full electric per loro stessa natura esigono.
Da valutare l’intero ciclo di vita del trattore
Il tutto tenendo presente che il beneficio ambientale in termini di minori emissioni inquinanti può sembrare solo in apparenza contenuto rispetto a quanto offerto da un mezzo puramente elettrico, soprattutto se si valuta l’impatto sull’ecosistema dell’intero ciclo di vita di quest’ultimo, dall’estrazione delle terre rare indispensabili alla produzione dei singoli componenti al finale smaltimento del pacco batterie. L’architettura ibrida di “Rex4 Energy” e “Trekker4 Energy” prevede invece la semplice presenza di un generatore elettrico da dieci chilowatt di potenza, circa 13 cavalli equivalenti, azionato mediante una cinghia da un tradizionale propulsore endotermico, nel caso dei due prototipi un quattro cilindri Deutz da 75 cavalli di potenza massima, che poi a sua volta tramite un inverter provvede ad alimentare l’attrezzatura utilizzata.
Di fatto una soluzione quanto mai lineare e concreta che permette anche di disaccoppiare la velocità di avanzamento del cantiere di lavoro e del regime del motore endotermico da quello dell’attrezzatura in uso, così da dare luogo a un ulteriore contenimento degli assorbimenti energetici che, se trasposto sulle tradizionali otto ore di lavoro giornaliere, impatta in modo significativo su quella riduzione delle emissioni inquinanti che è l’obiettivo ultimo della transizione energetica.
Tutto ciò senza dimenticare che l’assenza di un collegamento meccanico tra trattore e attrezzatura elimina anche la necessità del cardano, un vantaggio che si traduce nella possibilità per il cantiere di lavoro di realizzare angoli di volta superiori rispetto a quelli proposti da binomi trattore-attrezzatura tradizionali. Maggior efficienza operativa quindi, dote che nel caso di “Trekker4 Energy” molto deriva anche dal processo di rinnovamento a cui i tecnici Landini hanno sottoposto i “Trekker4” model year 2025 che hanno fatto il loro esordio a Bologna, cinque modelli, denominati “4-085”, “4-095”, “4-105”, “4-110” e “4-120”, tutti equipaggiati con unità Deutz a quattro cilindri da due litri e 900 centimetri cubi in grado di erogare un range di potenze massime che spazia dai 75 ai 112 cavalli e i cui intervalli di manutenzioni sono stati allungati a mille ore. Forti di coppie massime oscillanti fra i 375 e i 420 newtonmetro a mille e 600 giri, con i primi 250 newtonmetro disponibili già a mille giri al minuto, i propulsori assicurano inoltre un’elasticità di erogazione che minimizza l’uso di una trasmissione meccanica sincronizzata a due gamme e quattro marce che, integrate da un overdrive o in alternativa da super riduttore, mettono a disposizione 16 velocità in avanti e otto in retro, con queste ultime selezionabili mediante inversori sincronizzati a gestione meccanica o elettroidraulica.
Nuova idraulica a tripla pompa
Alla movimentazione delle attrezzature è invece orientato un nuovo impianto idraulico a tripla pompa che mette a disposizione 28 litri al minuto per i servizi di bordo e lo sterzo e ulteriori 84 litri per alimentare fino a cinque distributori posteriori e un sollevatore posteriore dalla portata massima di tre mila 150 chili, capacità elevabile a quattro mila 500 chili integrando il gruppo con due cilindri idraulici supplementari. Guardano infine al comfort e alla sicurezza di lavoro i posti guida piattaformati completamente sospesi rispetto al carro e al motore mediate hydro-silentblocks, equipaggiabili anche con una cabina omologata in categoria 4, e caratterizzati dalla presenza di serie di pedali sospesi, di cruscotti digitali e di una consolle dei comandi laterali che concorre a rendere facile e intuitivo il controllo dei gruppi di lavoro.
Titolo: Cingolato “Trekker4 Energy” di Landini, il prototipo che non ti aspetti
Autore: Redazione