Cingolati Ford, i primi trattori con carro autoportante

Ho camminato per lunghe miglia dietro a un aratro e quindi conosco bene la fatica di questo lavoro”. Così parlò Henry Ford quando nel 1917 presentò il suo primo trattore che, a differenza delle auto, non era marchiato “Ford” ma “Fordson”, acronimo della ditta Ford & Son che Ford aveva creato proprio per lanciarsi nel settore della meccanizzazione agricola dopo aver monopolizzato il trasporto privato con la sua mitica “T”, la prima auto concepita in un’ottica di motorizzazione di massa, obiettivo per il quale il Nostro organizzò anche la prima catena di montaggio della Storia. Ford era però figlio di agricoltori e fin dai primi anni del Novecento, quando era ancora alle prese con la progettazione della “T”, aveva iniziato a concepire un trattore con componenti derivati dal Mondo dell’auto.

Cingolati Ford, i primi con carri autoportanti

Cingolati Ford, foto di un esponente

Dopo vari insuccessi riuscì finalmente nell’impresa e come già aveva fatto nel settore dell’auto stupì il Mondo agricolo con un mezzo rivoluzionario, il modello “F”, la cui produzione era appunto affidata a Ford & Son. Fu il primo trattore realizzato sulla base di una struttura auto-portante, con il supporto dell’ assale anteriore, il motore e la trasmissione imbullonati fra loro per dare origine a quello che oggi è la soluzione regina del settore essendo adottata dalla stragrande maggioranza dei costruttori di trattori a livello mondiale.



Da un uomo che dichiarava “ogni cliente può ottenere una Ford ‘T’ di qualunque colore desideri, purché sia nera”, non ci si potevano ovviamente aspettare offerte diversificate di trattori e in effetti il modello “F” non fu offerto in versioni diverse da quella base. Niente frutteti, vigneti o doppie trazioni quindi, e men che meno in una versione a cingoli. Ciò nonostante Fordson “F” ebbe un successo planetario, con numeri da record mai più eguagliati visto che già nel 1928 ne erano stati costruiti 750 mila esemplari, tutti in versione standard.

Nel 1919 i primi cingolati voluti da Ford

Non mancarono però le varianti realizzate da costruttori esterni che personalizzavano i trattori a seconda delle necessità locali.

Non a caso dal 1919 cominciarono a vedersi degli “F” cingolati con carri a triangolo nel senso che la ruota motrice posteriore aveva un diametro praticamente doppio rispetto a quella tendicingolo anterioreper non stravolgere più di tanto l’architettura del trattore ruotato. La modifica consisteva nell’ eliminazione del differenziale posteriore e nell’ aggiunta delle frizioni sterzo e dei carri cingoli con sospensione anteriore. Non mancarono però anche le trasformazioni “convenzionali”, con il carro cingoli dotato di ruote anteriori e posteriori dello stesso diametro come per esempio fu quella realizzata dall’ americana Johnston, tutti interventi che Fordson seguiva da vicino garantendo anche ai clienti la sua assistenza diretta e, tramite i suoi concessionari, anche la commercializzazione e la reperibilità dei ricambi.

Cloni quasi originali

Bell’ esemplare di un cingolato Mailam realizzato su base Fordson “Super Major”. Spinto da un motore diesel, si distingueva per un carro robusto e ben concepito

Le varianti non potevano in definitiva considerarsi “originali” ma molto contribuirono al successo di un trattore che nella sua versione originale non era esente da difetti, in primis una scarsa capacità di trazione e una spiccata tendenza a impennarsi sotto tiro, problemi indotti dal atto che era compatto e leggero. Però costava poco, circa 285 dollari, e ciò molto contribuì al sua successo planetario . Lo stesso accadde però anche alla nuova auto che Ford aveva presentato. Il modello “A”, cosa che spinse il Nostro a spostare la produzione del trattore in Irlanda per dedicare le fabbriche americane alla produzione della nuova vettura. Le cose purtroppo non andarono però bene. L’ Irlanda era alquanto isolata e i costi di produzione locali alti.

I cingolati Ford dall’Irlanda all’Inghilterra

Così, nel 1933, l’assemblaggio dei trattori venne affidato a una nuova fabbrica ubicata a Dagenham, in Inghilterra, e proprio due costruttori inglesi, Roadless Traction e County Commercial Cars, seguiti poi dall’italiana Mailam, iniziarono a trasformare i Fordson in cingolati. Il primo, presentato nel 1949, fu il modello “Major” modificato da County Commercial Cars, azienda che iniziò la sua attività durante la Seconda Guerra Mondiale creando mezzi a semicingoli e a doppia trazione per la movimentazione a terra degli aerei della Raf. Trasformava principalmente trattori Fordson e David Brown e terminato il Conflitto dovette riconvertire la produzione. Decise di focalizzarla sul settore e in tale ottica diventò la prima ditta continentale a proporre una trasformazione a cingoli di un Fordson. Il progetto partì nel 1947 e nel 1949 vide la luce il modello“County” basato sulla meccanica del Fordson “Major”.

Robusto e facile da trasformare

Tale mezzo si prestava benissimo alla trasformazione in cingolato in quanto era robusto, semplice ed economico. Bastava eliminare il differenziale, i semiassi e le ruote e aggiungere i carri cingolo con i relativi comandi al posto del volante. La coppia conica trasmetteva il moto a due semialberi che ospitavano le frizioni di sterzo e i freni, e i riduttori finali interni alla scatola trasmissione e a bagno d’ olio fornivano la coppia alle ruote motrici posteriori.

Una sezione che evidenzia la meccanica della trasformazione “County”. I riduttori finali erano interni a bagno d’olio a valle delle frizioni di sterzo e lavoravano in bagno d’olio

Il trattore si comportò molto bene e diede origine anche a una versione industriale per il movimento terra e a una versione con ruote motrici isodiametriche ma sempre con frizioni di sterzo e comandi a leve, soluzione simile a quella adottata dal “Bruco” della modenese Raimondi.Nel 1951 la Fordson lanciò poi“New Major”, meccanicamente ed esteticamente evoluto che consentì alla County di proporre un mezzo ancora più potente ed efficiente ma soprattutto caratterizzato da una luce a terra contenuta che molto abbassava il baricentro rendendo la macchina ideale per le lavorazioni collinari e montane.

In Italia ebbe poca fortuna

Versione “industriale” di“Power Major County”

Per questo motivo venne commercializzato anche in Italia in circa 150 unità che se la dovettero vedere con trattori del calibro di Om “35/40 C” aventi la stessa potenza ma erogata da motori diesel più efficienti. Un’ altra ditta inglese che propose diversi Fordson a cingoli fu poi Roadless Traction; fondata nel 1919 dal colonnello Philips Henry Johnson, ex responsabile dell’ assistenza dei carri armati Holt prodotti per la Prima Guerra Mondiale per l’esercito inglese.

Fra i clienti anche Landini

Più che con le cingolature complete fece fortuna con i suoi famosi “semicingoli” intercambiabili con le ruote posteriori e forniti oltre che a Fordson anche a tanti altri Costruttori, Landini compresa.

Era una soluzione intermedia che non costava tanto e permetteva agli agricoltori di disporre di un trattore a ruote o a semicingoli secondo necessità. I due costruttori inglesi, County e Roadless, potevano sempre contare sulla rete commerciale, assistenziale e ricambistica Fordson, ma nonostante ciò i loro cingolati non ottennero mai un vero successo e gettarono la spugna verso la fine degli Anni 60.

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Titolo: Cingolati Ford, i primi trattori con carro autoportante

Autore: Massimo Misley

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