Gli allevamenti dei bovini da carne e da latte italiani stanno cambiando. Si riduce il loro numero assoluto, ma cresce la media dei capi per allevamento. Si assiste quindi a una progressiva perdita delle aziende meno strutturate, spesso anche quelle meno tecnologiche, a vantaggio delle organizzazioni più grandi, capaci di far evolvere a proprio favore il rapporto fra costi e fatturati giocando sia in termini di meccanizzazione sia di efficienza delle produzioni pro-capite. Un’affermazione che per quanto riguarda i bovini da latte è confermata dai dati pubblicati dalla Commissione Europea.
Nel 2015 si contavano in Italia un milione e 822mila capi di vacche da latte. Nel 2020 questo numero era calato a un milione e 639mila con un calo del dieci per cento in soli cinque anni. Stando poi a Istat, l’Istituto statistico nazionale, il trend al ribasso è continuato anche nel biennio successivo, con il patrimonio di lattifere italiane calato nel 2022 a un milione e 631mila capi. In vetta alla classifica regionale la Lombardia con 579mila, seguita dall’Emilia Romagna con poco meno di 252mila, mentre a chiudere il podio era il Veneto a ridosso dei 148mila capi. In top five figuravano poi il Piemonte, ultimo over 100mila con oltre 143mila capi, e infine il Trentino-Alto Adige che sfiorava i 90mila.
Al Nord 211 mila bovini
Il Nord Italia nel suo complesso deteneva quindi nel 2022 il 78 per cento del totale allevato nel Belpaese, con le cinque Regioni sopra menzionate che assommavano a un milione e 211mila capi pari il 74 per cento del dato nazionale. Guardando alla Lombardia, prima Regione del settore, la media del numero di capi per allevamento risultava intorno agli 80 capi, ma guardando al cosiddetto triangolo zootecnico lombardo rappresentato dalle provincie di Cremona, Mantova e Brescia, la consistenza media saliva a 160 capi per allevamento. Ciò implica che esistono ancora allevamenti marginali con poche decine di capi per stalla, ma risulta sempre più difficile restare sul mercato anche a fronte di eventuali prezzi del latte interessanti, situazione che però al momento è di là da venire.
Concentrazione sinonimo di efficienza
La concentrazione dei capi è quindi assodato che se opportunamente gestita dà luogo a livelli di efficienza superiori misurabili direttamente alla mungitura. Prendendo a riferimento il mese di Aprile, solitamente quello in cui si registrano le produzioni maggiori, si nota un significativo aumento dei volumi pro-capite registrati nel 2014 rispetto a quelli registrati nel 2021: in soli otto anni è aumentata la produzione media giornaliera di latte da 30 chili e 800 grammi a 34 chili e 400 grammi per un aumento di oltre tre chili e mezzo, pari all’11 e sette per cento cui ha fatto eco un altrettanto importante aumento dei giorni medi di lattazione, passati da 186 a 195 unità. Nel medesimo periodo, altro dato interessante è l’aumento della percentuale delle bovine con produzioni medie superiore ai 40 chili di latte. Se nel mese di Aprile del 2014 superava tale soglia solo il 17 e due per cento dei capi, nell’Aprile 2021 questa percentuale era salita al 28 e tre per cento per un incremento dell’11 e uno per cento, coerente quindi con quello della produzione media di latte.
In sostanza, sulla produttività complessiva di un allevamento è stata la capacità dei singoli capi di produrre di più, ritorno indotto dall’affinazione delle tecniche nutrizionali e da un’applicazione sempre più scrupolosa delle norme sul benessere animale. Per sfruttare al meglio i progressi nutrizionali e bilanciare correttamente le razioni é però necessario incrementare in egual misura anche un’efficienza delle attrezzature impiegate per preparare e somministrare le razioni stesse giovandosi di quelle tecnologie innovative che solo i più affermati costruttori di macchine possono mettere a disposizione dei propri clienti. Due esempi in tal senso sono costituiti dai carri miscelatori resi disponibili da Kuhn in versioni semoventi o trainate così da rispondere alle diverse esigenze aziendali con altrettanto diverse soluzioni tecniche. Fra i carri miscelatori semoventi spicca la serie “Spw Intense” composta da sette modelli “heavy-duty” i cui volumi spaziano da un minimo di 14 a un massimo di 27 metri cubi coprendo con i modelli intermedi i 16, 18, 19, 22 e 25 metri cubi. Un ventaglio di capacità volumetriche che rende le macchine perfette per far fronte alle esigenze degli allevamenti caratterizzati da un minimo di 75 a un massimo di 215 capi da alimentare con un unico passaggio.
Carri trinciamiscelatori Kuhn a due o a tre coclee
Questi modelli sono a due coclee verticali, a differenza dei carri trainati serie “EuroMix” di maggior capacità che vedono operare nelle loro vasche tre coclee nelle versioni da 28 a 45 metri cubi di capacità. Ovviamente variano di conseguenza i volumi delle stesse vasche che spaziano nei modelli trainati “Profile” e “Euromix” da un minimo di nove metri cubi sino ai 45 del top di gamma. Grazie ai carri “EuroMix” anche le aziende medio-piccole possono quindi giovarsi di attrezzature moderne ed efficienti rispettando i propri limiti di budget e giovandosi dei trattori presenti nei rispettivi parchi macchine. Questi ultimi sono invece lasciati liberi di assolvere ad altre attività se l’azienda può far propri i semoventi serie “Spw Intense”, macchine specialistiche di alta produttività mosse da propulsori Volvo a sei cilindri tarati in modo da assicurare curve di coppia il più possibile lineari a generose già a partire dai bassi regimi garantendo nel contempo consumi inferiori di un dieci per cento circa alle medie di settore, obiettivo che non va però a ledere una erogazione dell’ordine dei 250 cavalli di potenza gran parte dei quali fungono da vettore per le teste desilatrici larghe due metri.
Carri trinciamiscelatori Kuhn, dai 160 a 200 cavalli il range richiesto
Nei tre modelli da 14, 16 e 18 metri cubi la potenza assorbita dalle teste è infatti di 160 cavalli mentre ne servono 200 per muovere le teste dei semoventi di maggior volumetria. Di fatto accade che le fasi di desilaggio e miscelazione siano le più impegnative per le macchine, tant’è Kuhn ha ritenuto opportuno affrontare proprio la miscelazione variando anche il numero dei coltelli proposti dalle coclee, cinque nei quattro modelli superiori e sei nei tre modelli minori. L’efficienza e la precisione del desilaggio e della miscelazione beneficiano anche di un sistema di controllo pilotato per via elettronica che adatta in automatico la velocità di rotazione della fresa alla densità del foraggio in trincea controllando anche che per dar luogo alla quantità di foraggio necessaria sia fresato solo lo strato minimo indispensabile così da realizzare un fronte il più possibile omogeneo. Ciò con l’obiettivo di minimizzare la scalinatura del fronte della trincea per minimizzare l’area esposta all’azione dell’aria e di conseguenza la sua azione ossidante sull’insilato stesso.
I carri trinciamiscelatori Kuhn destinati anche a impieghi intensivi
Di fatto accade che i carri Kuhn operino con una precisione di fresatura di tipo chirurgico, connotazione che, come accennato, li rende particolarmente indicati per far fronte agli usi intensivi in essere presso i grandi allevamenti, là dove l’efficienza operativa si traduce sempre in risparmi di tempo e denaro. Per cogliere tale risultato non basta però che le macchine lavorino bene in termini di desilaggio e miscelazione. Devo anche essere caratterizzate da una elevata manovrabilità e da dimensioni tali da permetter loro di accedere all’interno delle stalle. Gli “Spw Intense” rispettano anche tali input avanzando altezze massime che partono dai due metri e 74 centimetri dell’entry level fermandosi a tre metri e 46 nel top di gamma. Uguali le larghezze in tutti e sette i modelli, i classici due metri e mezzo che se necessario permettono di circolare su strada per spostarsi da un allevamento all’altro, mentre variano le lunghezze, di poco inferiori queste ai dieci metri nei primi tre modelli della serie, rimanendo comunque al di sotto deli 11 metri nei quattro modelli superiori.
Meno di sette metri e mezzo
La facilità di guida e di manovra è enfatizzata dalla presenza sia di trasmissioni di tipo idrostatico a due gamme la più lunga delle quali permette una velocità massima di 25 o 40 chilometri/ora sia di sistemi di sterzatura di tipo integrale che permettono raggi di volta inferiori ai sette metri e mezzo, mentre gioca a favore della sicurezza e della stabilità la collocazione posteriore del motore che va a bilanciare perfettamente la ripartizione delle masse sui due assi quanto il veicolo procede a pieno carico. Da segnalare anche la luce libera da terra di 300 millimetri che assicura un agevole superamento di eventuali sconnessioni presenti sulle soglie d’ingresso e di uscita delle stalle e la presenza di alberi di trasmissione esenti da manutenzione oltre che azionati per via idromeccanica. A distribuire a terra il foraggio una volta maturate le lunghezze necessarie giocando su due diverse velocità di rotazione delle coclee, 15 o 50 giri al minuto, provvedono infine specifici tappeti convogliatori retrattili e reversibili, nel senso che possono scaricare su entrambi i lati della macchina, in grado di estendersi per oltre due metri e mezzo verso le aree di stabulazione.
Comfort e visibilità al top di settore per i carri trinciamiscelatori Kuhn
Oltre che per le loro performance operative, gli “Spw Intense” si qualificano quali vere e proprie ammiraglie di categoria grazie alle cabine “VisioSpace” disponibili nelle tre differenti configurazioni, “Standard”, “Edition” e “Attractive”. Denominatore comune, l’eccellente insonorizzazione e il particolare design delle vetrature che offre agli operatori la massima visibilità nell’area d’azione a tutto vantaggio del comfort e di un più alto livello di sicurezza operativa. Grazie a uno specifico design la macchina offre infatti un aumento del venti per cento della visibilità complessiva rispetto agli standard di settore, plus cui si associa un’ottima accessibilità al vano. I sedili sono ammortizzati e integrano nel bracciolo destro i comandi primari della macchina oltre a un joystick multifunzionale che agevola il controllo delle diverse procedure.
Sempre a destra rispetto all’operatore è poi inserito un terminale Kuhn serie “Cci” che permette di programmare il lavoro memorizzando un nutrito numero di ricette richiamabili a pulsante. Una volta selezionata la ricetta un sistema di controllo e di pesatura provvede poi ad aiutare il driver nella raccolta degli ingredienti e a pilotare in maniera opportuna la loro miscelazione. Vera e propria chicca tecnologica il sistema di sbrinamento rapido del parabrezza che accelera l’avvio dei lavori durante le stagioni più fredde, impianto cui si affianca un sistema di pulitura dello stesso parabrezza attuato mediante due spazzole installate su un braccio mobile lungo mille e 400 millimetri la cui azione può essere coadiuvata dai tre ugelli per l’irrorazione del liquido detergente. La cabina è ovviamente riscaldata e refrigerata per assicurare all’operatore il clima da lui ritenuto più opportuno indipendentemente dalla temperatura esterna ne manca la possibilità di connettersi con la direzione tecnica aziendale nel caso ce ne fosse bisogno.
Carri trinciamiscelatori Kuhn, per chi preferisce i trainati
Come accennato nell’articolo principale, Kuhn mette a disposizione degli allevatori anche una serie di carri trainati denominata “EuroMix” che copre un ampio ventaglio di volumetrie spaziando fra un minimo di 28 metri cubi e un massimo di 45. Ciò per andare incontro alle più diverse esigenze aziendali, ivi comprese quelle degli allevamenti più strutturati che necessitano di distribuzioni importanti in termini di lasse. Per loro Kuhn propone due specifiche macchine a vasca larga allestite con tripla coclea e distinguibili dalle sigle “Dl” e Cl”, con la prima che individua un sistema di distribuzione laterale e la seconda un tappeto di distribuzione trasversale. Entrambe si propongono quali soluzioni perfette per alimentare mandrie composte da 140 a 360 capi ed entrambe avanzano quattro modelli da 28, 33, 39 e 45 metri cubi di capacità la cui manovrabilità è agevolata dalla presenza di un assale tridem sterzante che asseconda il trattore nei raggi di svolta.
Di fatto sono macchine di fascia alta che alla luce delle grandi masse miscelate e distribuite contano anche su sistemi di pesatura a sei punti, tali da garantire la massima accuratezza circa le quantità caricate e scaricate. Per i medesimi motivi, la geometria della vasca è stata concepita in modo da semplificare e rendere più precise e sicure le fasi di carico che nei modelli più capaci sono anche agevolate da specifiche la parte conformazioni della parte superiore della vasca oltre che dotabile per via opzionale di un bordo rinforzato atto preservare la vasca stessa in caso dovesse essere accidentalmente urtata dal caricatore.
Anche il design poligonale della vasca concorrerà ad aumentarne la resistenza alle sollecitazioni meccaniche, in particolare durante il taglio di balle intere, tutte soluzioni che nel loro complesso hanno anche dato luogo a tempi di miscelazione ridotti anche in presenza di foraggi lunghi, obiettivo perseguito in particolare dalla presenza di contro-coltelli posizionati diagonalmente rispetto all’asse verticale della coclea e uniti nella parte superiore. Ciò riduce lo spazio tra i contro-coltelli stessi e la coclea e aumenta le superfici di contatto con il foraggio. I coltelli sono di tipo asimmetrico a effetto autopulente e assicurano tagli progressivi e netti. Fra i plus anche l’uso di una lega di acciai alto-resistenziale denominato “K-Nox” per la realizzazione delle coclee così da garantire loro la massima resistenza all’usura.
Titolo: Carri trinciamiscelatori Kuhn, grandi volumi per grandi allevamenti
Autore: Redazione