Caporalato, un fenomeno troppo diffuso

Caporalato, un fenomeno troppo diffuso (Foto: Pexels)

La sorte atroce del bracciante indiano Singh Satnam, lasciato morire dissanguato dopo che aveva perso un braccio mentre lavorava in un’azienda agricola di Latina, ha fatto riemergere le mai contrastate piaghe del lavoro in nero nei campi, del caporalato e del legame fra quest’ultimo e le mafie. Temiscomodi” per i politici di ogni colore in quanto, se affrontati, vanno a toccare gli interessi economici di larghi strati di popolazione e quindi di larghi strati di votanti. L’impatto avuto sull’opinione pubblica dall’episodio contingente sembra però aver mosso le acque, tant’è che il ministro del Lavoro Marina Calderone ha avviato una serie di controlli sulle aziende agricole ubicate nelle province di Latina, L’Aquila, Torino, Cuneo, Rieti e Caltanissetta avviatesi il tre Luglio scorso e condotte da 690 Carabinieri del Comando Tutela del Lavoro e dell’Arma territoriale oltre a 550 ispettori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per un totale di mille e 240 unità. I controlli hanno interessato 310 aziende agricole, 206 delle quali sono risultate irregolari. I lavoratori controllati sono stati più di due mila, 616 dei quali risultati irregolari con 216 operatori risultati completamente. in nero e altri 786 facenti capo a posizioni lavorative irregolari.

La stragrande maggioranza di tali irregolarità impattava ovviamente su extracomunitari spesso privi di permesso di soggiorno. 128 i provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, oltre un milione e 600 mila euro l’importo totale delle multe comminate, 171 le persone deferite all’autorità giudiziaria e tra queste 157 responsabili aziendali, accusati di violazione della normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Due i provvedimenti di sequestro.

Caporalato, un fenomeno troppo ampio

Al di là delle cifre quello che colpisce è la diffusione del fenomeno. Di fatto impatta su due aziende agricole su tre, a conferma di quanto sia “normale” per certi personaggi proporsi quali imprenditori agricoli ma senza esserlo. Un vero imprenditore rispetta infatti le Leggi e non assume atteggiamenti da schiavista nei confronti di poveracci che vengono in Italia per lavorare. Magari con mezzi illeciti, ma per lavorare. È ora quindi di differenziare gli agricoltori e gli allevatori onesti, i veri imprenditori, dai cosiddetti schiavisti mediante controlli a tappeto esercitati là dove si sa essere più di uso il fenomeno, colpendo poi con pene severe quanti sgarrano. E stop anche alle giustificazioni che vogliono gli schiavisti obbligati a esser tali dalle minacce che subiscono dalle ma e locali.

Chi supporta in maniera diretta o indiretta le mafie e non denuncia è mafioso pure lui, a maggior ragione se poi grazie ai comportamenti delinquenziali altrui si arricchisce. Come peraltro accade anche là dove le ma e usano i campi agricoli per far sparire i rifiuti speciali.

Titolo: Caporalato, un fenomeno troppo diffuso

Autore: Furio Oldani

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