Tre versioni e tre trasmissioni per la gamma “Maxxum” in edizione 2018. Ogni versione è disponibile in cinque tarature di potenza per un totale di 15 diversi modelli, tutti equipaggiati con motori emissionati in stage 4 e tutti ricchi di contenuti tecnici
Le aziende italiane si accorpano e chiedono trattori più potenti? Nessun problema per C, marchio storicamente abituato proprio a operare nel settore delle alte potenze erogate da trattori sempre al vertice delle rispettive classi di mercato in termini di contenuti tecnici. A conferma, l’upgrade prestazionale proposto dalle versioni 2018 dei trattori facenti capo alla serie “Maxxum”, mezzi che pur mantenendo le medesime denominazioni dei modelli attuali avanzano in realtà prestazioni motoristiche superiori, una nuova trasmissione e un look allineato con quello delle macchine di più recente progettazione. Le prestazioni si legano alla presenza di motori Fpt Industrial a quattro e sei cilindri omologati stage 4 grazie alla presenza di sistemi di post trattamento dei gas di scarico “Hi-eScr” che operano senza aver bisogno di egr o filtri dpf integrando in un unico componente il catalizzatore primario, il volume di lavoro del vero e proprio scr e il catalizzatore finale preposto ad abbattere i composti ammoniacali. Così concepiti i motori non subiscono penalizzazioni in termini di rendimenti termici e quindi possono esprimere liberamente le proprie potenzialità arrivando, nel caso del nuovo “Maxxum 145” a superare di ben 30 cavalli la prestazione commerciale. Le potenze vere e fruibili a tempo pieno della nuova gamma spaziano in effetti dai 145 cavalli di “Maxxum 115” ai 175 di “Maxxum 150” passando attraverso i 155 cavalli di “Maxxum 125”, i 169 di “Maxxum 135” e i 175 di “Maxxum 145”, trattore quest’ultimo che pur condividendo col top di gamma la prestazione di punta si differenzia dal leader per la presenza sottocofano di un motore a quattro cilindri anziché a sei. Maggior agilità da una parte e maggior propensione alle lavorazioni pesanti dall’altra, fermo restando che sia in un caso sia nell’altro i motori possono essere abbinati a tre diverse trasmissioni. L’attacco è dato da un powershift a quattro stadi denominato “ActiveDrive4” che mette a disposizione 16+16 rapporti elevabili a 17+16 nel caso si voglia disporre di una marcia lunga per trainare su strada a basso regime motore o a 32+32 installando un super-riduttore. A seguire “ActiDrive8”, nuovo gruppo che da 24+24 fruibili in powershift a gruppi di otto alla volta. La prima gamma copre velocità fino a dieci chilometri l’ora circa ed è studiata per i lavori che richiedono uno sforzo di traino elevato. La seconda copre quasi il novanta per cento delle applicazioni, dal seminativo, al prativo alle manutenzioni svolte con il caricatore frontale. Nei trasferimenti su strada entra in gioco la terza gamma, con una funzione di salto marce per passare velocemente al rapporto più lungo. Possibile il funzionamento in automatico per eliminare all’operatore la necessità di gestire il cambio e l’opzione kick-down per scalare le marce escludendo l’automatismo della trasmissione. Ovviamente non è mai necessario usare il pedale della frizione, neanche quando si usa l’inversore operante sottocarico o quando si frena in prossimità di un incrocio o si accatastano balle con il caricatore frontale. Sia il cambio sia l’inversore possono essere modulati per una risposta più lenta o rapida in base al lavoro da svolgere, fermo restando che se questi richiede continui cambi di rapporto si può disporre anche della trasmissione continua “Cvx” che slega il carico motore dalla velocità di avanzamenti permettendo di lavorare sempre con il rapporto ideale ai fini di un corretto equilibrio fra prestazioni e consumi.