John Deere lancia cinque nuove trincia semoventi. Una va a completare la linea di prodotto “8000”, le altre quattro si propongono quali macchine di alte prestazioni inserite nella nuova serie top di gamma “9000”
Le trincia caricatrici rappresentano in Italia una nicchia di mercato che non assorbe mai più di un centinaio di macchine all’anno stallando spesso e volentieri fra le settanta e le ottanta. Volumi ridotti quindi, ma legati a mezzi ad alto margine di guadagno che, come tali, rendono il segmento particolarmente combattuto fra quanti vi operano. Fra questi John Deere, marchio che alla luce delle sempre più elevate richieste prestazionali avanzate dal mercato, ha deciso in tempi recenti di allargare in maniera decisa la propria offerta mediante il lancio di cinque nuove macchine. Una, siglata “8600” e forte di 625 cavalli di potenza erogati da un sei cilindri “PowerTech Psx” da 13 litri e mezzo di cubatura andrà a completare la serie “8000”, sette macchine che nel loro insieme coprono un range di potenze compreso fra i 431 e gli 843 cavalli disponendo di rotori larghi 686 o 856 millimetri a seconda del modello. Nuove e in arrivo per il 2019 invece le altre quattro macchine, accomunate sotto l’egida della sigla “9000” e forti di prestazioni che spaziano fra i 625 e i 970 cavalli. Potenze di punta quindi, ma, stando alle dichiarazioni del Costruttore, realizzate consumando un dieci per cento in meno di gasolio rispetto a quanto proposto dalle attuali macchine di pari marchio e prestazioni. A tale possibilità, per i tre modelli “9900”, “9800” e “9700”, concorrono peraltro i motori, unità Liebherra 12 cilindri da oltre 24 litri di cubatura cui si affianca, sul modello di attacco, un “Power Tech Pss”. Comune a tutte le trincia il canale di raccolta da 850 millimetri di larghezza in cui alloggiano rotori “DuraDrum” a valle dei quali possono operare sistemi rompigranella “XStream”. Comune anche la possibilità di equipaggiare le nuove “9000” con tutti i sistemi per l’agricoltura di precisione previsti da John Deere a partire dal sensore “Nir HarvestLab 3000” che consente di visualizzare e documentare in tempo reale la resa delle colture, l’umidità e il contenuto di altri costituenti come proteine, amido e fibre. in valore totale o in mappe specifiche per campo. Permette inoltre la regolazione automatica, in tempo reale, della lunghezza di taglio e il dosaggio degli additivi in base al contenuto di sostanza secca. A fianco di tale sistema operativo poi quelli preposti a realizzare la guida automatica, il riempimento automatico dei rimorchi o la gestione flotte tramite il portale web “MyJohnDeere Operations Center”.