Un sollevatore telescopico è come un trattore. Una splendida, ma anche ingombrante e costosa, sorgente di energia che per esprimere le proprie potenzialità operative deve essere equipaggiata con attrezzature ad hoc. Non è un caso quindi se già a partire dal 1981, anno in cui Merlo lanciò il suo primo sollevatore telescopico, la Casa avviò anche una produzione di proprie attrezzature, linea di prodotto che andò via via espandendosi fino ad assumere connotazioni progettuali e di produzione tali da rendere necessaria la creazione di una specifica società. Venne così creata nel 1996 l’attuale TreEmme proprio allo scopo di progettare e produrre le attrezzature da montare sulla parte terminale dei bracci telescopici offrendo prestazioni disegnate su misura per i sollevatori cuneesi.
Questi ultimi videro di conseguenza sempre più accresciute le propri doti di versatilità, ma si evidenziò anche la necessità di disporre di macchine specialistiche per far fronte ad attività estreme quali, per esempio, quelle di forestazione, sgombero neve ad alta quota o manutenzioni viarie. Nel 2001 TreEmme affiancò quindi alla produzione delle attrezzature anche quelle dei semoventi serie “Mm”, porta-attrezzi strutturati in modo da poter sostenere attività impegnative da condursi in ambienti ostili, le stesse per la quali furono poi progettate attrezzature specifiche.
Attrezzature specialistiche Merlo: il salto di qualità tra il 2018 e il 2021
Tali mezzi, uniti alla successiva produzione dei transporter serie “Cingo”, portarono TreEmme a non essere più una divisione complementare del Gruppo configurandosi piuttosto quale vera e propria azienda a se stante che progetta e produce attrezzature originali Merlo, grandi porta-attrezzi semoventi e transporter agricolo-industriali. Attività quanto mai diversificata dunque, sulle quali fra il 2018 e il 2021 il Gruppo ha investito svariati milioni di euro per soddisfare al meglio le richieste avanzate dalla propria rete commerciale.
Le aree produttive e di stoccaggio dei prodotti finiti sono state aumentate di oltre diecimila metri quadrati, con le prime che hanno visto l’installazione di quattro nuovi robot di saldatura e di un nuovo impianto di verniciatura a basso impatto ambientale e le seconde, quelle di stoccaggio, l’inserimento di sei nuovi magazzini verticali automatici e l’installazione sui tetti dei capannoni una produzione energetica fotovoltaica di oltre 313 chilowatt, attività ancora in fase di completamento.
Ampliata anche la linea di prodotto delle attrezzature, vuoi migliorando le prestazioni di quelle esistenti vuoi mediante l’inserimento di nuovi sistemi. Rientrano fra gli upgrade di prodotto le nuove pale per sfusi da 27 quintali di portata a rovescio aumentato di 14 gradi, strutture realizzate sulla base di un corpo centrale monoscocca con rinforzi interni ed esterni e integranti taglienti frontali realizzati con acciai altoresistenziali.
Sacconi ben stabilizzati e fermi
Il maggior angolo di rovescio facilita lo scarico dei materiali sfusi, gli stessi cui guarda la nuova attrezzatura “Porta Big Bag” a forche rovesciate e forte di una portata massima di 25 quintali. Può muovere in sicurezza fino a quattro sacconi grazie alla presenza di stabilizzatori laterali anti oscillazione e ai specifici fermi che impediscono eventuali scivolamenti dei sacconi stessi giù dalle forche. Un’attrezzatura innovativa, esattamente come peraltro risulta essere anche il braccio scuotiolivi Merlo realizzato nella sua parte finale, gli scuotitori, in collaborazione con l’azienda calabra De Masi.
Più che di un attrezzo nel caso specifico si deve parlare di un kit di trasformazione del sollevatore basato su tre elementi il primo dei quali costituito da un impianto idraulico che sfrutta l’olio della trasmissione per far funzionare il tutto così da evitare il ricorso a una pompa ausiliaria ad alta pressione per mettere in moto il sistema di scuotitura. Dato che tale attività si esplica sempre a macchina ferma e bloccata, il sistema non induce ripercussioni sulla trasmissione. Specifiche catenarie provvedono poi a portare l’olio in pressione allo scuotitore seguendo da vicino gli sfili e gli rientri del braccio sulla base di allungamenti che possono raggiungere in altezza anche i nove metri. All’estremità dell’attrezzature lo scuotitore vero e proprio, costruito con acciai ad alta resistenza e dotato di masse eccentriche regolabili per adattarne l’azione alla coltura da trattare.
Kit di trasformazione polivalente
Oltre agli olivi la macchina può in effetti operare anche su mandorli, noci e altri frutti ancora risultando allo scopo integrabile con un ombrello anticaduta. Il sistema, smontabile per rendere il sollevatore disponibile quale mezzo a se stante nei periodi di non raccolta, assicura tempi di raccolta ridotti e non danneggia gli alberi essendo dotato di un sistema anti-scortecciamento realizzato con inserti di gomma stratificata. Da segnalare che lo scuotitore è orientabile in orizzontale e in verticale, può inclinarsi di 40 gradi e avanza uno sbraccio orizzontale di oltre cinque metri.
Piattaforme trilaterali
Fra le più recenti attrezzature messe a punto da TreEmme per i telescopici Merlo ha anche una speciale navicella in grado di alloggiare fino a tre persone grazie a una portata di otto quintali lasciandole sempre protette da un tetto certificato Fops. Progettata per supportare attività industriali in galleria, può essere usata con successo anche per manutenzioni edili impegnative in campo agricolo da esplicarsi affiancando all’operatore con attrezzature particolarmente pesanti quali, compressori o idropulitrici.
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Titolo: Attrezzature specialistiche Merlo tra innovazione e qualità
Autore: Redazione