Presentata a Parigi nel febbraio scorso, la quarta generazione dei trattori serie “A” di Valtra stacca col passato proponendosi con nuovi contenuti tecnici. Invariata invece la filosofia progettuale, tesa a offrire agli operatori tutti le soluzioni necessarie
In campo automobilistico per anni fu prassi commerciale consolidata il giocare le differenze di classe fra una berlina e l’altra in termini di dimensioni, prestazioni e contenuti. Se si acquistava una vettura compatta, per esempio, tali risultavano anche le prestazioni, quindi contenute, e gli equipaggiamenti, ridotti all’essenziale o poco più. Da almeno una decina di anni a questa parte le cose sono però radicalmente cambiate. Le differenza di classe indotte dalle dimensioni sono rimaste, ma prestazioni e contenuti tecnici sono stati scollegati da tale parametro per permettere a ogni utente di configurare il proprio veicolo come meglio crede e può. Ne deriva che una city car può oggi disporre delle stesse tecnologie proposte da una berlina di classe alta, rivaleggiando con tale mezzo anche in termini di prestazioni. In pratica accade che basti pagare per avere fra le mani l’auto che meglio si adatta alle proprie esigenze. In campo trattoristico tale filosofia non ha ancora attecchito al cento per cento e presso molti costruttori vige ancora la regola che se il trattore è un bassa potenza devono risultare tali anche i contenuti tecnici, di comfort e di sicurezza. Unico marchio che non l’ha mai pensata in questa maniera Valtra, brand che fin dai suoi esordi sul mercato italiano ha giocato proprio la carta della personalizzazione spinta per ritagliarsi la propria fetta di mercato, un approccio commerciale che era peraltro ben sintetizzato dallo slogan promozionale “trattori à la carte”. A tale filosofia la Casa è poi rimasta fedele, tant’è che l’ha rilanciata anche in tempi recentissimi, nel febbraio scorso, nel momento in cui ha presentato la quarta generazione dei trattori serie “A”. Costruiti sia in Europa sia in Brasile e quindi proposti quali mezzi globali, gli “A” si propongono in effetti quali trattori di attacco risultando accreditati di una potenza minima di soli 75 cavalli, ma si rendono disponibili con motori a tre o quattro cilindri e con trasmissioni meccaniche o idrauliche che, nel loro insieme, danno luogo a mezzi aventi passi e pesi molto diversi fra loro oltre che equipaggiabili con la maggior parte delle più moderne soluzioni tecniche. Intendiamoci, si tratta di accessori opzionali, esattamente come i caricatori frontali e i posti guida ruotabili di 180 gradi piuttosto che le trasmissioni idrauliche e alcune dotazioni di comfort, ma è proprio tale impostazione che permette agli imprenditori agricoli di configurare le macchine come meglio credono sapendo di partire sempre e comunque da piattaforme tecnologiche collaudate e forti che, se non integrate da troppi accessori, risultano anche approcciabili con investimenti contenuti. La stessa macchina può quindi proporsi in termini essenziali se destinata al noleggio o se data in uso a personale in via di formazione, ma può diventare una sorta di “top-tractor” se orientata a fungere da mezzo personale di un imprenditore attivo in campo che ama circondarsi di tecnologia e comfort. Sette i modelli-base, mossi, come accennato da motori a tre o quattro cilindri, ma sempre di produzione Agco Power e basati su canne a corsa lunga da 108 millimetri di alesaggio per 120 di corsa. Rispetto alle unità che armavano le omonime serie precedenti i motori sono stati rivisti nei blocchi per minimizzarne le dimensioni e nei sistemi di alimentazione ed emissionamento, con questi ultimi basati su impianti scr con una la sola eccezione della macchina di attacco da 75 cavalli, che risulta emissionata con un sistema egr. Comuni a tutti i blocchi motori invece le distribuzioni a quattro valvole per cilindro con punterie a rullini e le alimentazione attuate mediante sistemi common rail controllati per via elettronica. Gli operatori possono inoltre scegliere fra tre classi di potenze erogate dai motori a tre cilindri, 75, 85 e 95 cavalli, e quattro erogate dai propulsori a quattro canne, 100, 110, 120 e 130 cavalli, prestazione quest’ultima che per la serie risulta essere una novità in assoluto, ma soprattutto permette agli “A” di far spaziare il proprio profilo di missione dalle attività aziendali propriamente dette, le macchine di prestazioni inferiori e di passo corto, 225 centimetri, a quelle semi-pesanti da campo aperto, alla portata dei quattro cilindri da 120 e 130 cavalli il cui passo di 250 centimetri contribuisce anche a garantire quella stabilità direzionale che è preziosa su strada e, appunto, in campo aperto. Due le trasmissioni disponibili, entrambe capaci di far muovere su strada i trattori a 40 chilometri l’ora. Quella di attacco risulta essere completamente meccanica e sincronizzata, anche a livello di inversore, e quindi di facile utilizzo mentre il gruppo di più elevato standard tecnologico si propone quale trasmissione idraulica “Power Shuttle HiTech”, gestibile mediante il sistema “HiShift” che permette di comandare a pulsante i cambi marcia e di attuare per via elettroidraulica le retro. Ne deriva un sistema che mette a disposizione 12 marce avanti e 12 retro, organizzate in due gruppi di velocità atte a ridurre al minimo i cambi di rapporto, complice la presenza delle sei velocità che meglio si adattano agli utilizzi più comuni in azienda e in campo, ovvero quelli che richiedono avanzamenti fra i quattro e i 12 chilometri orari. In via opzionale è disponibile anche un super riduttore che consente velocità di soli 140 metri/ora da utilizzarsi per opere che richiedono grandi capacità di trazione o basse velocità di avanzamento. Sono invece previsti di serie gli azionamenti elettroidraulici per gestire la doppia trazione e il blocco dei differenziali né manca ovviamente una servo-assistenza idrostatica sullo sterzo. Ad alimentare tali impianti provvede un circuito idraulico sdoppiato a centro aperto capace di erogare da un minimo di 57 a un massimo di 98 litri di olio al minuto e quindi perfettamente strutturato per azionare sia un sollevatore posteriore capace di 52 quintali di alzata sia un eventuale caricatore frontale che Valtra, come accennato, può fornire già preinstallato di fabbrica.