I McCormick serie “X6” sono trattori di media potenza studiati per far fronte a qualsiasi tipo di attività, in azienda, su strada e in campo. Giocano a favore di tale flessibilità il buon rapporto peso/potenza e le numerose possibilità di personalizzazione
Secondo i sacri testi alla base della meccanizzazione agricola un trattore più pesa e più tira, tant’è che per anni proprio il peso, e non la potenza, venne considerato il parametro che meglio esprimeva le possibilità funzionali di un trattore. Oggi i sacri testi continuano ad avanzare le stesse affermazioni, ma nella realtà quotidiana le cose stanno andando un po’ diversamente, complice l’esigenza di ottimizzare i rapporti fra prestazioni e costi di esercizio. Gli agricoltori si sono in effetti resi conto che se il peso aiuta quando si lavora in campo con mezzi di alta potenza, lo stesso non
vale se si opera con trattori di medie prestazioni in azienda o si traina su strada, due ambiti che inquadrano il peso più come handicap che come vantaggio grazie anche al grip proposto sulle superfici dure o pavimentate da pneumatici di più recente generazione. Da qui la richiesta sempre più pressante di mezzi aziendali e di classe media, le categorie progettuali “C” e “D”, di peso il più possibile contenuto per affrontare con la massima dinamicità le cosiddette “attività leggere”, ma, contemporaneamente, anche ben zavorrabili quando portati in campo per le lavorazioni più impegnative. Un esempio in tal senso è dato dai McCormick serie “X6”, mezzi orientati proprio a realizzare la massima versatilità d’uso grazie a un rapporto peso/potenza concorrenziale, per
il modello top di gamma si parla di poco più di 33 chili per cavallo, oltre ad un powertrain basato su un’unità termica a quattro cilindri che permette di realizzare un passo di poco superiore ai due metri e mezzo. Ciò, abbinato a un angolo di volta delle ruote anteriori di 55 gradi, permette di manovrare anche in spazi angusti come per esempio sono gli interni delle stalle senza dover lavorare troppo col volante, plus che non viene intaccato dall’eventuale presenza di un ponte anteriore sospeso per via oleopneumatica, impianto a ruote indipendenti e pilotato per via elettronica che impatta positivamente sia sul comfort sia sulla produttività. Il comfort viene enfatizzato dall’abbattimento degli scossoni che sui trattori si innescano quando una delle ruote anteriori urta un ostacolo facendo di conseguenza sobbalzare l’intera macchina, mentre la produttivà viene incentivata dalla maggior aderenza delle ruote al terreno quando il trattore è in campo e dalla sua più elevata stabilità quando invece traina su strada, peculiarità quest’ultima che gioca anche a favore della sicurezza. Il ponte sospeso non impedisce inoltre di controllare per via elettronica il sollevatore posteriore né la sua presenza cozza con la possibilità di disporre di una cabina sospesa per via meccanica qualora si voglia disporre di un livello di comfort molto vicino a quello proposto da una berlina di classe media. A far avanzare il mezzo una trasmissione power shift a 48+16 rapporti, proposta dagli “X6” allestiti con cambio “Xtrashift”, integrante un super-riduttore, gruppo operante sulle marce lente del cambio base. In tale configurazione gli “X6” possono lavorare a velocità minime dell’ordine di poche centinaia di metri l’ora risultando adatti anche per far fronte ad attività di sbancamento, ma possono pure viaggiare su strada a regime ridotto per contenere i consumi. In entrambi i casi c’è la possibilità di cambiare marcia o gamma senza dover usare la frizione e di invertire la marcia agendo su un sistema elettroidraulico modulabile nelle risposte e operante anche sotto carico. All’atto pratico la trasmissione degli “X6” è molto simile a quanto proposto dai trattori di classe superiore, affermazione che vale anche per quanto riguarda l’idraulica di lavoro la cui configurazione può essere a centro aperto o chiuso risultando in grado nel secondo caso di erogare fino a 110 litri di olio al minuto interamente fruibili per il lavoro. Ai gruppi di servizio provvede in effetti un secondo impianto capace di 38 litri di olio al minuto, lo stesso che oltre a gestire il servosterzo e i freni, questi ultimi disponibili anche sull’avantreno, serve anche l’inserimento della presa di forza a due o quattro velocità con i regimi di 540, 750 e mille giri al minuto.
Motori in stage 3B
I McCormick “X6” sono azionati da propulsori denominati “BetaPower” la cui omologazione in stage 3B è affidata alla presenza di impianti di post trattamento dei gas di scarico. Iniettando in questi ultimi una soluzione di acqua e urea si abbattono le emissioni azotate senza dover ricorre a sistemi egr. La termodinamica può quindi esprimersi al meglio delle proprie potenzialità arrivando anche a mettere a disposizione mappature di alimentazione specifiche che incrementano le prestazioni quando il trattore traina rimorchi importanti o lavora con la presa di forza. I 114, 121 e 130 cavalli erogati a 1.900 rpm possono così diventare 121, 133 o 140 cavalli incrementando di conseguenza anche le curve di coppia. Alle prestazioni concorrono anche le cubature di quattro litri e mezzo, le alimentazioni common rail a controllo elettronico e operanti a mille e 800 bar di pressione e i sistemi di sovralimentazione turbo/intercooler, impianti che operano a loro volta grazie a distribuzioni ad aste e bilancieri con punterie a rullini che azionano quattro valvole per cilindro.